Putin invita il capo di Hamas a Mosca. La partita russa in Medio Oriente

29 Novembre 2018

Il capo di Hamas, Ismail Haniyeh, ha fatto sapere ieri di aver avuto un invito ufficiale per recarsi in visita a Mosca. Secondo un portavoce di Hamas l’invito sarebbe stato consegnato da un diplomatico russo direttamente all’ufficio del leader dei terroristi islamici.

La cosa non deve stupire più di tanto. Se da un lato Putin sembra essere il paladino della lotta allo Stato Islamico (anche se in realtà le cose stanno diversamente da come vengono raccontate dalla propaganda russa), dall’altro non si fa scrupolo di appoggiare il terrorismo islamico sciita ben rappresentato dall’Iran e da Hezbollah.

Non sono chiare le motivazioni di questo invito ufficiale che sembra tanto un riconoscimento di Hamas nel ruolo di interlocutore palestinese. Si dice che Putin voglia porsi come mediatore tra Israele e palestinesi in alternativa a Trump anche se in realtà i timori sono diversi.

La partita russa in Medio Oriente

La Russia si sta muovendo molto in Medio Oriente. Pochi giorni fa ha offerto aiuto militare al Libano, una notizia passata sottotraccia nonostante strategicamente importantissima.

Mosca aveva offerto a Beirut milioni di proiettili per le armi in dotazione alle forze libanesi, una offerta che all’inizio era stata rifiutata dall’esercito libanese (sembra su pressione americana) in quanto quei proiettili non sarebbero stati compatibili con le armi in dotazione alle forze libanesi (ma non con quelle usate da Hezbollah n.d.r.).

Due giorni fa la svolta. L’ufficio stampa del primo ministro libanese, Saad al-Hariri, ha fatto sapere che non era vero che il Libano aveva rifiutato l’offerta russa ma che, anzi, l’aveva accettata.

Ora, una domanda sorge spontanea: se quei milioni di proiettili non vanno bene né per l’esercito libanese né per la polizia che usano armi di provenienza americana (gli USA sono il primo fornitore di armi del Libano), dove andranno se non a Hezbollah?

Ma non è tanto questo a preoccupare quanto piuttosto il fatto che questa mossa a sorpresa di Putin sembra presagire qualcosa di più vasto della semplice fornitura di proiettili per armi leggere.

La Russia vorrebbe mettere il Libano sotto l’ombrello della sua protezione così come sta facendo con la Siria, una decisione che comprometterebbe la libertà di movimento di Israele in caso di conflitto con Hezbollah.

Ora questo invito al capo di Hamas a Mosca che, detto sinceramente, non sembra scollegato all’offerta fatta dalla Russia al Libano, anche se ufficialmente i russi sostengono che sia volto a trovare una soluzione alla crisi israelo-palestinese.

Il timore, nemmeno tanto recondito, è che Putin cerchi di aggregare i terroristi islamici di Hamas allo schieramento che di fatto si contrappone a quello a guida americana che vede i Paesi Arabi e Israele virtualmente uniti contro la minaccia iraniana. Hamas è già di fatto alleato dell’Iran e questo incontro a Mosca non promette nulla di buono.

Per di più, se Putin dovesse veramente riuscire a mettere il Libano sotto la sua influenza la situazione strategica della regione cambierebbe drasticamente e non certo a favore dell’asse USA-Israele-Paesi arabi.

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