Il Presidente russo Vladimir Putin e quello iraniano Hassan Rouhani si sono incontrati ieri a Mosca per ribadire il forte legame che lega la Russia all’Iran e per concludere accordi economici e di collaborazione militare.
«L’Iran è un alleato fondamentale della Russia» ha detto il portavoce di Putin prima dell’inizio dei colloqui tra i due Presidenti per spiegare che quelli di ieri non erano semplici colloqui di rappresentanza ma importanti colloqui volti a rafforzare la cooperazione militare ed economica tra Russia e Iran.
E’ emerso molto poco su quello che Putin e Rouhani si sono detti. Si sa che oltre ad importanti accordi economici che riguardano anche il nucleare iraniano (la Russia costruirà nove dei 20 reattori nucleari che l’Iran intende mettere in opera) hanno parlato anche di nuove forniture militari (l’Iran punta ad avere anche i sistemi S-400 dopo che ha ottenuto gli S-300) e soprattutto della situazione in Siria. Con ogni probabilità Putin e Rouhani hanno parlato dei recenti attacchi israeliani contro obiettivi di Hezbollah in Siria, attacchi che hanno portato alla convocazione dell’ambasciatore di Israele in Russia per chiedere spiegazioni ma che tuttavia non hanno provocato una ferma presa di posizione di Putin se non nelle tipiche forme diplomatiche. E’ plausibile che Rouhani abbia chiesto a Putin di interrompere qualsiasi forma di cooperazione e coordinamento con Israele e di prendere una più ferma posizione sui raid aerei israeliani volti a colpire obiettivi di Hezbollah in Siria.
«L’espansione della cooperazione tra Teheran e Mosca può svolgere un ruolo molto significativo nella lotta contro il terrorismo internazionale» ha detto Putin nella conferenza stampa congiunta seguita al colloquio, il che è già di per se un paradosso che però spiega molte cose e soprattutto spiega la pericolosità di questo gioco russo, di questo tentativo di Putin di posizionare l’Iran dalla parte di chi combatte il terrorismo internazionale, proprio Teheran che ne è uno dei maggiori finanziatori. E’ come allearsi con un pedofilo per combattere le violenze sui minori.
Rouhani dal canto suo ha confermato non solo l’alleanza con la Russia ma anche una “forte collaborazione” con la Turchia per quanto riguarda la Siria.
Russia, Iran e Turchia che si spartiscono la Siria non è più fantapolitica ma una realtà che si può toccare con mano.
Le reazioni in Israele
A Gerusalemme guardavano con attenzione mista a preoccupazione l’incontro tra Putin e Rouhani. In ballo c’è molto di più di qualche accordo commerciale tra Mosca e Teheran di cui Israele poco si interessa. Il problema è la presenza iraniana in Siria e il sostegno che Teheran fornisce a gruppi terroristici come Hezbollah e Hamas. Israele ha più volte confermato che non permetterà all’Iran di posizionarsi in pianta stabile in Siria e soprattutto che continuerà ad effettuare raid aerei per impedire che armi avanzate giungano a Hezbollah. Fino ad oggi Putin è rimasto piuttosto ai margini nella escalation della situazione tra Israele ed Hezbollah (e quindi l’Iran) in Siria, ma a Gerusalemme temono che Rouhani adesso pretenda di più dall’alleato russo.
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