La marcia di protesta verso Gerusalemme, con migliaia di partecipanti provenienti da tutto il Paese, si è intensificata nelle ore pomeridiane, bloccando l’autostrada vicino all’ingresso della città e creando un enorme ingorgo.
I manifestanti si sono riposati sotto il ponte Motza prima di procedere verso la Knesset, dove li attendeva un enorme cartello con il titolo: “Dichiarazione di sospensione del servizio di volontariato per i riservisti dell’IDF”.
La lettera a Netanyahu
Questo si riferisce a una dichiarazione firmata da molti dei manifestanti, indirizzata direttamente al Primo Ministro Benjamin Netanyahu, che recitava: «Noi, capi di stato maggiore dell’IDF, commissari della Polizia di Israele, ex capi del Mossad e dello Shin Bet, capi generali in pensione dell’IDF e capi di divisione in pensione del Mossad e dello Shin Bet, la consideriamo la persona direttamente responsabile dei gravi danni all’IDF e alla sicurezza di Israele».
«Primo Ministro, il governo israeliano sotto la sua guida sta promuovendo iniziative legislative ignorando completamente i danni alla democrazia israeliana. La legislazione sta schiacciando le cose condivise dalla società israeliana, sta lacerando il popolo, disintegrando l’IDF e infliggendo colpi mortali alla sicurezza di Israele».
«Il processo legislativo viola il contratto sociale che esiste da 75 anni tra il governo israeliano e migliaia di ufficiali e soldati di riserva dei settori terrestre, aereo, marittimo e dell’intelligence che si sono offerti volontari per molti anni nelle riserve per difendere lo Stato democratico di Israele e ora annunciano con il cuore spezzato che sospenderanno il loro servizio volontario».
“Noi generali della riserva, comandanti della polizia, capi dei dipartimenti del Mossad e dello Shin Bet, siamo al loro fianco e sosteniamo pienamente i combattenti che hanno deciso di agire e sospendere il loro servizio volontario nelle riserve. In questo momento difficile, questo è un atto di responsabilità nazionale, per la difesa della democrazia israeliana“.
«Vi attribuiamo la piena responsabilità di aver danneggiato l’IDF e la sicurezza di Israele e ci aspettiamo che vi assumiate la responsabilità di fermare la legislazione. Ci aspettiamo che lei guidi un processo di dialogo e di emendamenti concordati che abbiano un ampio consenso tra i cittadini e nella Knesset».
«Noi, laureati delle guerre di Israele, ci sentiamo come alla vigilia della guerra dello Yom Kippur e stiamo mostrando un segnale di ‘stop’ rosso vivo a lei e al suo governo».
Domenica, dopo la conclusione della marcia odierna, i manifestanti intendono tenere una “Preghiera per la Nazione” al Muro Occidentale, seguita da un’altra marcia verso la Knesset. Nel tardo pomeriggio, i manifestanti intendono stabilire ufficialmente un “avamposto della democrazia” nel Parco Sacher.
Secondo i piani dei leader della protesta, lunedì – giorno in cui è previsto il voto finale sull’annullamento della clausola di ragionevolezza – le manifestazioni e le marce continueranno durante il giorno e la notte fuori dalla Knesset e in tutta Gerusalemme.
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