Rivlin a Mosca da Putin: le linee rosse di Israele in Siria

17 Marzo 2016

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Il Presidente israeliano Reuven Rivlin ha incontrato ieri a Mosca il Presidente russo Vladimir Putin. L’incontro è durato tre ore durante le quali i due Presidenti hanno fatto il punto della situazione sulla questione siriana, anche alla luce dell’annunciato ritiro russo, sulle trattative di pace tra Israele e palestinesi e più in generale su tutte le maggiori questioni in Medio Oriente.

Rivlin ha spiegato a Putin la posizione di Israele sulla Siria, prima fra tutte la vera e propria linea rossa invalicabile della presenza iraniana nel Golan. Israele non permetterà alle forze militari iraniane di posizionarsi sui confini nord di Israele e neppure che armi avanzate arrivino a Hezbollah. Il concetto, già noto a Putin, è stato ribadito con fermezza da Rivlin il quale ha spiegato che la tecnica usata sin qui con Hezbollah, quella cioè di colpire i convogli di armi diretti ai terroristi palestinesi, potrebbe essere usata anche contro eventuali forze militari iraniane che si avvicinassero al confine con Israele.

La seconda linea rossa spiegata da Rivlin a Putin è quella sul ritiro di Israele dalle Alture del Golan, ritiro richiesto da più parti. Lo Stato Ebraico non si ritirerà dal Golan, su questo Rivlin è stato molto chiaro evidenziando anche che i confini della Siria decisi a tavolino oltre 100 anni fa con l’accordo “Sykes-Picot” che divise artificiosamente il Medio Oriente, non è più di attualità vista la palese rivoluzione dei confini di Siria e Iraq.

Russia e Israele hanno rinnovato l’accordo di cooperazione e coordinamento delle azioni in Siria e il Presidente Rivlin a detto a Putin che Gerusalemme appoggia il ritorno delle forze ONU nel Golan che proprio Mosca si appresta a chiedere alle Nazioni Unite.

Dal canto suo Putin ha ribadito il profondo impegno russo volto a garantire la sicurezza di Israele, impegno dimostrato proprio nei giorni scorsi con lo stop del trasferimento dei missili S-300 all’Iran ordinato da Putin a seguito della violazione da parte di Teheran della clausola che prevede il divieto di trasferimento di armi avanzate a Hezbollah.

Redazione

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