Al di la della retorica e delle comprensibili preoccupazioni per un attacco militare americano alla Siria, andando oltre alle dichiarazioni di parte, quello che appare evidente a tutti coloro che non siano accecati dall’appoggio a una fazione o all’altra, è che a ordinare l’attacco chimico in Siria sia stato Bashar al-Assad.
Prima di tutto è la logica militare a dirlo. Per armare e lanciare un ordigno dotato di testata chimica occorrono specifiche competenze che i ribelli certamente non hanno. Ci vuole una lunga preparazione, occorre rimuovere i sistemi di sicurezza che impediscono l’uso accidentale delle armi chimiche, occorre caricare la testata dell’ordigno in un certo modo (non basta inserire una fiala di veleno nella testa cava), ma soprattutto occorre avere i giusti vettori già predisposti, tutte cose di esclusiva competenza dell’esercito siriano.
In secondo luogo ci sono le intercettazioni fatte dalle intelligence occidentali a testimoniarlo. L’ultima in ordine di tempo è quella resa nota ieri dalla BND (Bundesnachrichtendienst), l’agenzia di intelligence tedesca, che ha intercettato una telefonata tra un alto esponente di Hezbollah e l’ambasciata iraniana a Beirut. Nella telefonata l’esponente di Hezbollah parlando con un funzionario iraniano afferma che «Assad ha perso il controllo» e che ordinando l’uso di armi chimiche «ha commesso un errore gravissimo». L’intercettazione tedesca sarebbe stata fatta dalla nave Oker che staziona davanti al Libano. La Oker è dotata dei più moderni sistemi di intercettazione che le permettono di ascoltare in modo capillare le comunicazioni telefoniche e radio praticamente in tutto il Libano e probabilmente anche in Siria.
E’ presumibile che oggi alla riunione del G20 il Presidente americano porterà le prove che Assad ha ordinato l’uso delle armi chimiche in Siria, prove che probabilmente non può rendere note all’opinione pubblica per non mettere a rischio i sistemi di intelligence americani. Tra queste sicuramente ci sono le intercettazioni fatte dalla Oker e da altre stazioni di ascolto sia alleate che israeliane.
Sarah F.
La sicurezza con cui si affermano certe cose è sconcertante… Chi ha scritto l’articolo, prima di affermare che servono competenze che “i ribelli certamente non hanno”, dovrebbe studiarsi un po’ meglio le fazioni in campo.. se serve, questo articolo di internazionale può chiarire le idee… http://www.internazionale.it/news/siria/2013/08/30/chi-sono-e-cosa-vogliono-i-ribelli-siriani-2/ Se poi si sostiene che Al Qaeda o il PKK (o gli americani, se è per questo…) non sappiamo lanciare un ordigno chimico….
Sulle intercettazioni, almeno quella riportata qui, mi sembra che non valgano niente… La prova che Assad ha usato armi chimiche (l’unica riportata qui…) è in una telefonata di un Hezbollah?? Allora ce ne erano di più con l’Iraq,,,
Galimberti, a parte il solito copia-incolla di Internazionale, dove legge lei nell’articolo che ha pubblicizzato che i ribelli siriani hanno competenze per caricare un vettore con armi chimiche? No perché da quello che lei afferma sembrerebbe che l’autore dell’articolo si è inventato che per caricare un missile con armi chimiche non basta un bambino dell’asilo o un fabbro trasformato in ribelle. In realtà se lei fosse minimamente informato saprebbe che per armare un missile con testata chimica ci vogliono specifiche competenze questo perché la volatilità di certi gas nervini non permette di usare esplosivo convenzionale. Quindi l’autore dell’articolo è stato precisissimo. Se poi vogliamo dire che a rompere una fialetta di Sarin, di Tabun o di qualsiasi gas nervino sono tutti capaci è un altro paio di maniche.
Io questi pseudo esperti a volte li detesto
Vorrei essere chiaro, per non dare adito a fraintendimenti. Io non ho mai detto che nell’articolo di Internazionale sia scritto che i ribelli abbiano le competenze. Nell’articolo di rightsreporter sta scritto: “occorrono specifiche competenze che i ribelli certamente non hanno”, e contesto questo “certamente”. Nel complesso mondo dei “ribelli” c’è di tutto, per cui il “certamente” mi sembra un azzardo senza nessuna prova. E mi sono limitato a chiedere: siete proprio così sicuri che queste “specifiche competenze” esistano solo dalla parte di Assad, visto che dall’altra parte c’è di tutto, Al Qaeda, paesi del Golfo, PPK, consiglieri americani (e probabilmente non solo americani) compresi?
Ancora, si da per scontato che di “ordigno” si tratti. Da dove vengono queste certezze?
Vediamo di ricapitolare le certezze:
1 – si è trattato di Sarin (lo dicono tutti a seguito di analisi) , uno dei gas più pericolosi ma anche uno di quelli più volatili quindi anche uno dei più difficili da usare.
2 – a portare il Sarin nel luogo della tragedia è stato un vettore (non si sa se un missile, un proiettile o un colpo di mortaio). In ogni caso doveva essere un vettore adeguatamente predisposto per il Sarin, cioè che al momento dell’impatto non avesse prodotto una esplosione tale da provocare una temperatura superiore ai 158°, temperatura limite per il Sarin, ma che allo stesso tempo avesse provveduto a diffondere il gas. Non sono calcoli semplici da fare. Occorrono tecnici e, se mi permette, Al Qaeda, il PKK e altri gruppi non hanno tecnici del genere.
3 – avere in mano qualche fialetta di Sarin, di Tabun, di Soman o di VX (che Assad potrebbe non avere) non significa riuscire a usarlo. Ci sono un sacco di variabili a partire dal tempo (per es. se piove alcuni gas non servono a niente perché volatili in acqua) ma soprattutto ci sono determinati metodi per innescarli, metodi non semplici. Il mercato nero è saturo di agenti nervini, si è mai chiesto perché i terroristi non li usano?
4 – il fatto stesso che lei parli generalmente di “ordigno” mi fa pensare che conosca ben poco della guerra NBC specie se abbiniamo questa parola a un teatro come quello siriano.
In conclusione, sig. Galimberti, i mezzi per attuare un attacco chimico di quella portata (oltre 1.300 morti e centinaia di intossicati) ce li ha solo Assad e non i ribelli. Se pensiamo il contrario allora possiamo credere anche a Biancaneve e i sette nani. Liberissimo di farlo, per carità, ma non può pretendere di convincere gli altri.
L’articolo in questione è stato invece uno dei pochissimi che ho letto che ha spiegato la situazione senza tanti estremisti e con una certa professionalità.
E chi dice che i ribelli non hanno le competenze per armare una testata chimica? Qualcuno ancora crede che i jihadisti siano falegnami operai e pescatori prestati alla “rivoluzione”?