Dalle immagini satellitari a disposizione, pare che l’Iran sia impegnata nella costruzione della più grande base in Siria, ad Albukamal nei pressi del confine iracheno.
L’area è stata già colpita dall’aviazione americana (o israeliana) nei mesi scorsi, forse per la presenza di cellule dell’ISIS o per le milizie sciite, ma le notizie sono discordanti. Alcuni parlano di un errore degli americani per la presenza di Deash rivelatasi poi falsa. Difficile che sia stato un errore visto che la zona è in mano a milizie alleate dell’Iran, nel bel mezzo del cosiddetto corridoio sciita.
Attraverso la collaborazione tra l’israeliana ISI (ImageSatIntl) e l’emittente americana Fox News, che ha diffuso l’articolo, si è scoperta la costruzione della più grande base iraniana all’estero.
La costruzione del complesso è stata affidata, secondo gli analisti di ISI, dalle Forze Quds – le unità delle Guardie Rivoluzionarie (IRCG o Pasdaran) che operano fuori dai confini iraniani – e sarebbe in grado di alloggiare una buona quantità di missili di precisione all’interno di cinque nuovi depositi, che risultano circondati e protetti da cumuli di terra.
Le foto scattate mostrano la zona dove sorge la base (evidenziata di rosso nelle foto satellitari) e come in data 13 agosto non vi sia nulla nell’aerea desertica, ma nel giro di una decina di giorni (23 e 31 agosto) sono sorti diversi edifici nella zona: 10 a nord-ovest della base, 5 a sud e altri cinque a sud-est in fase di completamento.

Le intelligence occidentali, ovviamente, erano già al corrente dell’esistenza di questo progetto già prima della diffusione delle immagini.
Come fanno notare gli analisti la base, oltre a essere sulla via del cosiddetto corridoio sciita, è a circa 200 miglia di distanza dai militari USA presenti nel paese insieme ai curdi.
L’Iran è presente in Siria tranne che nel nord del paese, dove opera la Syrian Democratic Forces (SDF), zona in mano ai turchi con i suoi proxi.
Più che la presenza americana nel nord della Siria, l’obbiettivo iraniano è rivolto verso ovest e la base diventerà un centro strategico a metà strada del corridoio sciita.
E’ l’ideale per stoccare mezzi e ordigni da far successivamente arrivare in Siria o in Libano. Se fosse così dovremmo attenderci notizie di esplosioni varie nella zona in futuro, colpiti da non identificati droni o aerei, come successo in Iraq il mese scorso.