Giovedì scorso il sito Politico.com riportava di un ammonimento dello staff di Donad Trump al Presidente uscente, Barack Obama, affinché non facesse «grandi mosse in materia di politica estera che non siano in linea con le politiche del Presidente eletto». Il timore è che negli ultimi due mesi del suo mandato Obama possa fare qualche mossa pro-palestinese al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, magari evitando di mettere il veto su una risoluzione franco-palestinese che punta a costringere Israele ad accettare di partecipare a una conferenza di pace a Parigi organizzata proprio dai francesi e che, come già detto in passato, appare più come una farsa a favore palestinese che una vera conferenza di pace.
J Street è un gruppo di pressione ebreo-americano che ha come obiettivo dichiarato quello di mettere fine al conflitto arabo-israeliano pacificamente e attraverso l’uso della diplomazia, una missione senza dubbio lodevole e meritoria ma che non va d’accordo con le recenti azioni implementate da J Street in particolare nei campus americani dove non di frequente il gruppo di pressione si è trovato fianco a fianco con il Movimento BDS anche se ufficialmente non ne condivide la mission.
Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Contro ogni previsione il candidato repubblicano ha sbaragliato Hillary Clinton e il nuovo disordine mondiale di Obama. Ha pagato il suo dialogo con la pancia degli elettori e con quella società della media- bassa borghesia che troppo spesso viene dimenticata dalla politica di sinistra o cosiddetta “progressista”.
Hillary Clinton avrebbe voluto bombardare gli impianti nucleari iraniani. E’ quello che emerge da alcune mail diffuse da WikiLeaks provenienti dalla violazione di un account email di uno dei suoi maggiori collaboratori riferite alla partecipazione della stessa Clinton a un forum organizzato dalla Goldman Sachs cinque mesi prima del raggiungimento dell’accordo sul nucleare iraniano.
Israele entra di prepotenza nella campagna elettorale americana. A tirare dentro lo Stato Ebraico nella corsa alla Casa Bianca è Donald Trump con una dichiarazione rilasciata durante un comizio in Ohio nelle quale il candidato repubblicano ha puntato il dito sull’accordo sul nucleare iraniano.
Donald Trump sarà quindi il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Quasi certamente (è sicuro) si troverà di fronte Hillary Clinton, ex first lady ed ex Segretario di Stato di Obama, due visioni della politica interna e soprattutto estera diametralmente opposte.
Correva l’anno 2011 (18 dicembre) quando l’ex ambasciatore americano in Israele, Thomas Pickering, inviava una email all’allora Segretario di Stato americano, Hillary Clinton, con una proposta shockante: organizzare anche con l’aiuto di “ONG amiche” un protesta in stile “primavere arabe” delle donne palestinesi in Israele con possibile successiva escalation violenta per costringere il Governo israeliano a cedere alle richieste palestinesi.
Una denuncia per appoggio al terrorismo e per favoreggiamento al riciclaggio di denaro è stata presentata dall’avvocato americano Larry Klayman contro Barack Obama, John Kerry, Hillary Clinton e contro il Segretario Generale dell’Onu, Ban ki-Moon.