La visita del Premier italiano, Matteo Renzi, in Israele e nei territori contesi non è stata molto seguita né dai media israeliani né tanto meno da quelli palestinesi. Ieri Renzi prima di recarsi nei territori contesi per incontrare Abu Mazen ha parlato alla Knesset facendo senza dubbio un bel discorso, niente di storico o di rivoluzionario, solo un bel discorso dove a spiccare sono state più le cose non dette di quelle dette. Con Abu Mazen poi è stato il festival del mutismo e della accondiscendenza che diventa complicità quando sul piatto non vengono messe le questioni che contano.
Secondo alcuni media italiani il voto per il riconoscimento dello Stato di Palestina previsto per oggi al Parlamento italiano potrebbe slittare. Sembra che il Governo Renzi non lo giudichi una priorità e anche contro il parere dei suoi stessi deputati avrebbe deciso di rinviarlo da data da destinarsi.
Ieri mi sono goduta l’accoglienza riservata a Matteo Renzi dal popolo pesarese. Il sindaco di Firenze era a Pesaro per partecipare al festival di Popsophia e parlare di accoglienza da popstar e davvero riduttivo. Si è visto e toccato con mano il consenso che raccoglie Renzi tra la gente di ogni colore politico.
E mentre dal Lingotto gli industriali dicevano che la mancata costituzione di un nuovo Governo in 40 giorni era costata all’Italia un punto di PIL, mentre da ogni dove arrivano appelli per far presto, Bersani non trova di meglio da fare che prendersela con Matteo Renzi per aver detto quello che tutti dicono.