Il presidente russo, Vladimir Putin, ha ammonito/esortato il Premier israeliano, Benjamin Netanyahu, a non intraprendere altre azioni militari contro obiettivi in Siria. Lo ha fatto sapere il Cremlino diffondendo alcune parti del testo della conversazione tra i due leader.

«La questione siriana è stata discussa dal Presidente Putin e dal Primo Ministro Netanyahu, compreso il recente attacco alla base T4 di Homs effettuata dall’aviazione israeliana» ha affermato il Cremlino in una dichiarazione nella quale ha sottolineato che Putin ha ammonito Netanyahu che è fondamentale per Israele rispettare la sovranità siriana ed evitare ulteriori attacchi in Siria che possano ulteriormente destabilizzare la regione.

Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha detto che «l’attacco alla base T4 ha significato uno sviluppo pericoloso», mentre un portavoce del Cremlino ha detto che i russi non sono stati preavvisati, aggiungendo che «abbiamo comunicato la nostra posizione a Israele».

La risposta di Israele

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Il Premier Netanyahu parla dal memoriale dell’olocausto

Da Gerusalemme arriva immediata la replica agli “ammonimenti” del Cremlino. Secondo fonti israeliana il Premier Netanyahu non si è fatto intimorire e ha ribadito che Israele non può tollerare la presenza iraniana in Siria e che continuerà a fare tutto il necessario per difendere lo Stato Ebraico dai suoi nemici.

Parlando dal memoriale dell’Olocausto il Premier Netanyahu ha detto che «l’Iran non deve mettere alla prova la risolutezza di Israele» ammonendo gli iraniani sul fatto che Israele non permetterà all’Iran di posizionarsi stabilmente in Siria. Poi ha lanciato un messaggio al popolo iraniano: «Israele non è nemico del popolo iraniano» ha detto Netanyahu «ma del sanguinario regime che lo opprime. Quando questo regime sparirà le nostre due nazioni potranno tornare a collaborare in fratellanza».

Intanto ieri anche gli iraniani hanno fatto sentire ufficialmente la propria voce. Lo ha fatto da Damasco dov’era in visita uno dei maggiori consiglieri del Grande Ayatollah Khamenei, Ali Akbar Velayati, il quale parlando alla stampa ha detto che «le azioni del regime israeliano non rimarranno impunite» aggiungendo che «i nemici della Ummah musulmana devono essere consapevoli che ad ogni azione corrisponde una reazione».

Massima allerta sul fronte nord

Intanto Israele ha innalzato ulteriormente lo stato di allerta sul fronte nord anche in previsione del più che probabile attacco americano alla Siria e della probabile risposta siriana-iraniana. Movimenti di mezzi blindati sono segnalati sia sul Golan che lungo il confine con il Libano. La difesa è in stato di massima allerta anche se per il momento non risulta che vi siano provvedimenti particolari come per esempio la sospensione dei permessi ai militari israeliani.