Tunisia – Erano migliaia le donne scese in piazza ieri sera per protestare contro il Governo islamista e la sua volontà di introdurre nella Costituzione tunisina una variazione che discrimina fortemente la donna e la rende “complementare all’uomo” e non uguale.
Circa 6.000 donne tunisine hanno urlato il loro sdegno contro il Governo islamista che sta riportando la Tunisia nel medio evo. Gli islamisti al potere vorrebbero introdurre in Costituzione un articolo dove il ruolo della donna viene definito “complementare”, cioè secondario a quello dell’uomo. Per le donne tunisine è un primo passo verso un marcata discriminazione della donna e verso la sostanziale riduzione dei Diritti delle donne che fino ad oggi in Tunisia erano garantiti.
La Tunisia si era guadagnata l’appellativo di “nazione più liberale del mondo islamico”. Nel 1956 venne introdotto nella Costituzione un articolo rivoluzionario per il mondo islamico nel quale si stabiliva la totale parità tra uomo e donna. Oggi il partito islamista al potere in Tunisia (Ennahda, vicino ai Fratelli Musulmani) vuole modificare quell’articolo e riportare i Diritti delle donne a prima del 1956.
Nella manifestazione di ieri sera, alla quale hanno partecipato anche diversi uomini, le donne mostravano cartelli dove c’era scritto “alzatevi donne per i vostri Diritti” oppure “Ghannouchi indietreggia, le donne tunisine sono forti” con riferimento a Rachid Ghannouchi, leader di Ennahda).
La polizia ha controllato da vicino la manifestazione senza però intervenire. Molti insulti impronunciabili sono piovuti sulle donne dai tantissimi estremisti islamici che hanno accompagnato la manifestazione nel suo tragitto, ma nessuna donna è stata molestata fisicamente grazie anche al grande schieramento di polizia.
Seccata la reazione del partito islamista al potere. Farida al-Obeidi, che presiede l’assemblea dei diritti umani e delle libertà pubbliche, ha detto che le proteste sono ingiustificate perché il progetto di cambio della Costituzione non prevede nessun passo indietro per i Diritti delle donne tunisine. «Complementare non significa diverso» ha detto Farida al-Obeidi.
Secondo Ahlam Belhadj, presidente della Associazione Donne Democratiche, la Tunisia rischia di passare da una primavera democratica a un profondo inverno islamico. Come darle torto?
Tamara Rinaldini