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Quattro accademici turchi sono stati rinviati a giudizio oggi da un tribunale di Ankara dopo che avevano protestato davanti al tribunale stesso in occasione del processo a due giornalisti accusati di “alto tradimento” per aver diffuso dei video che mostravano l’esercito turco consegnare armi allo Stato Islamico. Lo riferisce la AFP che cita Can Dundar, redattore capo del quotidiano di opposizione Cumhuriyet.

L’accusa verso i quattro accademici è di “propaganda terroristica” per aver partecipato alla protesta di almeno 500 persone che chiedevano libertà di parola e di stampa oltre alla liberazione dei due giornalisti che rischiano l’ergastolo per il loro servizio giornalistico, ma soprattutto per aver firmato una petizione che chiedeva libertà di parola e denunciava le operazioni dell’esercito turco contro i ribelli curdi.

Da verifiche con alcuni media turchi si apprende che i quattro sarebbero Esra Mungan Gursoy, Meral Camci, Kivanc Ersoy e Muzaffer Kaya, e che se condannati rischiano una pena di almeno sette anni di carcere, notizia confermata anche da Academics for Peace (BAK), l’organizzazione che ha promosso la petizione.

Ora ci piacerebbe vedere quanti accademici italiani firmeranno un appello per chiedere la liberazione dei loro colleghi turchi visto che proprio gli accademici italiani sono così propensi a firmare ridicoli appelli contro la democrazia israeliana. Ma siamo sicuri che quando si tratta di difendere veramente qualcosa di democratico come la libertà di parola, i nostri accademici italiani non sciuperanno un milligrammo del loro prezioso inchiostro.

Redazione