Turchia: fallito il colpo di Stato. Erdogan promette vendetta

16 Luglio 2016

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Sembra essere fallito il colpo di Stato in Turchia anche se nel momento in cui scriviamo (le 07.45 ora italiana) vengono segnalati diversi scontri in alcune zone del Paese. Erdogan ha promesso il pugno durissimo con i militari golpisti. Al momento, secondo le agenzie turche, ci sarebbero circa 70 morti e centinaia di arresti.

L’Agenzia di stampa governativa Anadolu riporta che il Presidente Erdogan si trova ancora nell’aeroporto Ataturk di Istanbul e che non lascerà la zona fino a quando la situazione non si sarà normalizzata. Nel frattempo ha parlato alla folla arringandola contro i militari golpisti e ha accusato il predicatore islamico, Fetullah Gulen, di essere dietro al tentativo di colpo di Stato.

Durante la notte è stato un susseguirsi di notizie e smentite. In un primo momento sembrava che il colpo di Stato per mano dei militari fosse riuscito e che addirittura Erdogan fosse fuggito in cerca di un rifugio in Europa. Le notizie di una sua richiesta di asilo alla Germania prima e alla Gran Bretagna poi si sono rivelate del tutto false. Erdogan non ha mai lasciato la Turchia e attraverso uno smartphone è riuscito a mandare un messaggio al popolo chiedendo ai turchi di scendere in piazza. Così è stato e il supporto di una parte del popolo turco è stato fondamentale per il fallimento del golpe militare.

Per oggi il Premier turco, Binali Yildirim, ha convocato una riunione di emergenza del Parlamento turco, ma non è chiaro se questa sessione straordinaria si terrà o meno in quanto durante la notte la sede del Parlamento turco è stata colpita da un bombardamento.

Le reazioni internazionali

A seguito della notizia del tentativo di colpo di Stato in Turchia le prime reazioni internazionali sono state di estrema prudenza. Solo Russia e Stati Uniti si sono detti sin da subito favorevoli al ripristino della democrazia in Turchia, una dichiarazione apertamente a favore di Erdogan. L’Europa è rimasta invece in silenzio fino a quando non è stato chiaro che il Golpe era fallito. Appena si è saputo che Erdogan era nell’aeroporto di Istanbul dalla Germania è arrivato il primo chiaro messaggio di sostegno al Governo “democraticamente eletto”. Poi alla spicciolata sono seguite altre dichiarazioni di sostegno a Erdogan. Ma quel silenzio iniziale pesa come un macigno.

Preoccupazione per le ritorsioni

Ora la preoccupazione è per le più che probabili ritorsioni verso i golpisti. Erdogan ha promesso vendetta è c’è da giurare che manterrà la promessa. Secondo alcuni media turchi i militari ribelli arrestati sarebbero già diverse centinaia. Ma le ritorsioni potrebbero non limitarsi solo al campo interno ma anche a quello internazionale. C’è da giurare infatti che Erdogan non perdonerà tanto facilmente chi non si è schierato sin da subito con il suo Governo.

Redazione

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