Oggi ricorre il secondo anniversario dalla morte di Hugo Chavez e il Venezuela è sull’orlo del baratro come non lo è mai stato prima. Il successore di Chavez, Nicolas Maduro, non solo non ha il carisma del dittatore che lo ha preceduto ma è riuscito nella epica impresa di mettere sul lastrico uno dei paesi potenzialmente più ricchi del mondo.

Il Venezuela è infatti uno dei Paesi con le più grandi riserve di petrolio al mondo oltre ad avere tante altre risorse, eppure gli scaffali dei supermercati sono vuoti, la merce di prima necessità razionata, il latte quasi introvabile, la povertà dilagante unita a un tasso di criminalità impressionante fanno il resto. Un paese in ginocchio gestito da un dittatore incapace e violento che reprime il dissenso con estrema durezza.

Il regime socialista di Maduro si tiene in piedi solo grazie alle squadracce di Hezbollah che in Venezuela ha una delle più grandi e potenti filiali del terrore oltre che una delle basi di finanziamento più proficue grazie all’enorme traffico di droga e armi che i terroristi libanesi implementano nel Paese sudamericano. Le ultime proiezioni danno il gradimento popolare per Maduro al di sotto del 20%, nemmeno Chavez era mai arrivato così in basso. Eppure il regime è fortemente aggrappato al potere come lo era quello del defunto Chavez e non certo per il volere popolare . Le elezioni da queste parti non sono mai democratiche, i dissidenti vengono incarcerati mentre i delinquenti più feroci, come appunto Hezbollah, sono parte del regime stesso.

«Il modello economico socialista di Hugo Chavez era già fallimentare con i prezzi del petrolio oltre i 100 dollari al barile» ci dice al telefono un sacerdote italiano da decenni in Venezuela che per ovvie ragioni vuole rimanere anonimo. «Oggi che il prezzo del petrolio è crollato i limiti di questo sistema economico sono esplosi ancora più fragorosamente. Il regime non riesce a garantire quasi nessun servizio essenziale». Gli chiediamo delle manifestazioni studentesche contro il regime di cui ha parlato anche Papa Francesco qualche giorno fa ricordando l’uccisione di un ragazzo a San Cristobal, manifestazioni di cui da noi non si parla. «Il regime oggi controlla praticamente tutti i media e quelli che non sono allineati con la loro ideologia sono stati chiusi con la forza» ci dice ancora il sacerdote italiano «quindi è chiaro che da voi arriva poco o nulla di quello che avviene in Venezuela. Il ragazzo ucciso a San Cristobal citato da Papa Francesco aveva solo 14 anni ed è stato freddato con una freddezza impressionante, senza pietà. La gente è alla fame, per comprare un litro di latte devono fare ore di fila, la farina manca quasi completamente, le medicine sono un sogno. I poveri che vengono alla nostra mensa sono aumentati del 300% nell’ultimo mese. Gli studenti manifestano ma la loro protesta è schiacciata con estrema violenza». Poi ci consiglia alcuni blog della dissidenza da seguire e da dove possiamo accedere a informazioni realistiche sulla situazione in Venezuela pregandoci di parlarne il più possibile in modo di far sapere cosa sta avvenendo in questo martoriato Paese che potrebbe essere ricchissimo se non ci fosse stato prima Chavez e adesso Maduro.

«L’eredità che ha lasciato Hugo Chavez a questo Paese è solo Maduro, miseria, violenza ed Hezbollah. Detto onestamente non manca a nessuno se non ai chavisti più convinti» conclude il sacerdote prima di lasciarci.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Antonio M. Suarez

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