Quello che sta accadendo in Venezuela, nel quasi totale disinteresse internazionale, è qualcosa che in molti hanno definito la “primavera venezuelana”, il tentativo dei giovani venezuelani di liberarsi di quell’enorme fardello che è il chavismo, una forma di nazismo di sinistra che ha messo in ginocchio uno dei paesi potenzialmente più ricchi del mondo.
Il leader della protesta, Leopoldo Lopez, è attivamente ricercato in tutto il Venezuela ma, stando a questo video comparso ieri in rete, si consegnerà martedì prossimo alle autorità e ha chiesto di essere accompagnato dai suoi sostenitori vestiti di bianco. Ma cosa succede veramente in Venezuela?
Il Paese è in bancarotta
Nonostante le promesse del chavismo non funziona nulla in Venezuela. Le casse sono vuote nonostante le esportazioni di petrolio. Il sistema sociale è collassato su se stesso. Il regime, prima quello di Chavez e ora quello di Maduro, hanno bloccato tutto l’apparato del giustizia che iniziava a indagare su di loro. In sostanza siamo di fronte a uno Stato letteralmente allo sbando, in mano ai gruppi armati e ai cartelli della droga, anche stranieri come quello di Hezbollah, che sostengono il regime per ovvie ragioni.
Nessuna opposizione
La figura di Leopoldo Lopez incarna una opposizione al regime che in sostanza non c’è. Non esiste una vera e propria opposizione organizzata, questo perché il Venezuela è un regime nazi-comunista, Chavista appunto, dove le opposizioni non sono ammesse. Questo è un problema che si riperquote anche sulle recenti manifestazioni studentesche le quali oltre a essere poco organizzate, sono facile preda della repressione di regime. Ma, forse ancora più importante, la mancanza di una opposizione organizzata crea una situazione post-apocalittica per un eventuale futuro in cui il Venzuela si fosse liberato del chavismo. Il Paese sarebbe ancora più allo sbando di quanto non lo sia oggi. Questo frena la maggioranza di chi è contrario al regime e crea una forma di opposizione sporadica e poco incisiva, fatta di manifestazioni studentesche represse duramente. Ma nulla di più.
I gruppi paramilitari
Creati da Chavez per difendere il regime e i suoi loschi affari, oggi controllano praticamente il Paese. Che si chiamino Colectivos , Tupamaros o in qualsiasi altro modo, la sostanza non cambia. Sono loro insieme ai cartelli della droga a controllare il Paese e a deciderne le sorti. Qualsiasi opposizione al chavismo dovrà fare i conti con questi veri e propri eserciti.
Nessuna opposizione interna al regime
Manca anche qualsiasi opposizione interna al regime. Maduro non ha il carisma di Chavez e anche se viene considerato una sorta di contadino passato improvvisamente alla civiltà (i suoi lo chiamano in maniera dispregiativa “El colombiano”, il colombiano) nessuno dei vecchi chavisti vuole il suo rovesciamento. Questo per una ragione semplicissima: tutti i chavisti si sono macchiati di enormi crimini, difficilmente perdonabili anche in un clima di “Governo di unità nazionale”. Di fatto questo rende impossibile qualsiasi rovesciamento del regime dall’interno e, anzi, lo rende ancora più forte.
In sostanza ci troviamo di fronte a una situazione molto simile a quella vista in Iran dopo le elezioni del 2009 dove l’opposizione, pur essendo molto attiva e pronta a manifestare in piazza ben conoscendo le conseguenze, manca di un leader vero. Di contro il regime dipende totalmente dall’Ayatollah Maduro. E non ho detto “Ayatollah maduro” a caso. Il regime venezuelano è molto simile a quello nazista islamico iraniano, compreso i legami con Hezbollah. In sostanza, stando così le cose, i venezuelani non hanno alcuna possibilità di rovesciare il regime così com non l’avevano gli iraniani. E’ molto bello parlare di “primavera venezuelana”, ma ancora siamo in pieno inverno.
Carlotta Visentin