Oggi per il Venezuela potrebbe essere la giornata decisiva. Non solo l’opposizione scenderà in piazza in massa per chiedere le dimissioni del dittatore Nicolas Maduro ma, secondo attendibili fonti venezuelane, cercherà anche di forzare i blocchi militari per far entrare nel paese gli indispensabili aiuti umanitari che il regime ha ordinato di bloccare.

I militari schierati al confine con la Colombia al fine di impedire l’ingresso degli aiuti umanitari hanno l’ordine perentorio di sparare su chiunque cerchi di forzare il blocco. Cosa faranno oggi se veramente i convogli di aiuti umanitari cercheranno di forzare quel blocco? Spareranno con il rischio di colpire anche qualche americano della USAID? A quel punto un intervento americano sarebbe inevitabile.

Ieri in qualche modo una parte di aiuti sono stati consegnati ai venezuelani. Ad annunciarlo è stato il Presidente ad interim, Juan Guaido, il quale ha detto che una prima consegna di aiuti umanitari, composta da integratori vitaminici e nutrizionali per bambini e donne incinte, è stata consegnata a una rete di centri sanitari, senza tuttavia spiegare come si fosse riusciti a introdurre gli aiuti umanitari nel paese.

Oggi quindi si vorrebbe cercare di far entrare anche il resto degli indispensabili aiuti umanitari ma il dubbio su come si comporterà l’esercito venezuelano, se cioè chiuderà gli occhi o sparerà sugli operatori umanitari come ordinato da Maduro, resta.

In ambedue i casi il regime rischia. Se fa passare gli aiuti perde la faccia. Se non li fa passare, specie se lo fa usando la forza, rischia di scatenare la reazione armata americana.

Il piano B di Maduro. La fuga in un paese amico

Secondo fonti americane citate dal famoso blog Zero Hedge la moglie di Maduro, Cilia Flores, starebbe facendo sempre più pressioni sul marito affinché si tenga pronto al cosiddetto “piano B”, cioè la fuga in un paese amico che però, stando a quanto riferisce Zero Hedge, non sarebbero né Cuba né la Russia.

L’agenzia Bloomberg riferisce che potrebbero essere tanti i paesi disposti a ospitare Maduro e i generali venezuelani in fuga. Secondo Bloomberg l’inviato speciale del Dipartimento di Stato in Venezuela, Elliott Abrams, ha detto che «paesi diversi dalla Russia e da Cuba sono venuti da noi in privato e hanno detto che sarebbero disposti ad accogliere i membri dell’attuale regime illegittimo se ciò fosse d’aiuto alla transizione».