Vicenda Sallusti: una pagina buia per la libertà di stampa e per il giornalismo italiano

2 Dicembre 2012

A prescindere dall’antipatia personale che nutro nei confronti di Sallusti, antipatia che credo sia condivisa da moltissima gente, quello che sta accadendo al direttore de Il Giornale è un fatto gravissimo che dovrebbe innescare tra i giornalisti un forte allarme ed un sano e costruttivo dibattito oltre ad una umana solidarietà con il collega incarcerato. Invece, a parte pochissime eccezioni, l’attenzione sul caso è decisamente sottotono.

Incarcerare un giornalista per quello che potrebbe senza dubbio configurarsi come un “reato d’opinione” è un fatto di una gravità inaudita che mette una seria ipoteca sulla libertà di stampa in Italia. Un fatto che avviene solo in certi regimi che più di una volta ci siamo trovati a criticare.

Eppure nonostante questo non mi sembra che ci sia tra i giornalisti italiani quel senso di sgomento che la vicenda meriterebbe. Forse sarà perché il giornalista incarcerato si chiama Sallusti e perché appartiene a quella schiera di giornalisti di destra spesso invisi un po’ a tutti. Provate a pensare a cosa sarebbe successo se un fatto del genere fosse accaduto a personaggi come Travaglio o Santoro. Sarebbe venuto giù il mondo. Televisioni scatenate, editoriali di fuoco, Grillo in sciopero della fame a urlare al complotto di regime, giornali di sinistra con titoloni cubitali (rigorosamente in rosso) a denunciare il sopruso sulla libertà di stampa. Invece, siccome parliamo di Sallusti, è silenzio quasi tombale.

Scusate tanto, ma io questa la chiamo ipocrisia. Non riconoscere la gravità del fatto solo perché questo ha colpito Sallusti e non un qualsiasi giornalista di sinistra è una cosa a dir poco vergognosa per la classe giornalistica e dimostra come la stampa italiana sia effettivamente schierata per la maggioranza a sinistra. Non esagera Giampaolo Pansa a bastonare Travaglio dalle pagine di Libero. Non esagerava nemmeno Sallusti quando ieri si lamentava della mancata “solidarietà” dei colleghi e affermava che “qualcuno avrebbe brindato a spumante quando la DIGOS sarebbe andata ad arrestarlo”.

E’ una pagina bruttissima per il giornalismo italiano, un precedente di cui ce ne potremmo amaramente pentire in un futuro che immagino molto prossimo. Intanto da tutti noi, per quel poco che contiamo, va a Sallusti la nostra piena e incondizionata solidarietà.

Bianca B.

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