Francamente non capisco tutto questo polverone sulle dichiarazioni di Giovanni Favia su Grillo, Casaleggio e la poca democrazia nel Movimento 5 Stelle. Era una cosa risaputa che dietro a Grillo a tirare i fili c’è da sempre Casaleggio e che la tanto declamata “democrazia partecipativa” del Movimento 5 Stelle è solo un colossale inganno.
Noi lo avevamo già detto riprendendo un articolo di Michele Di Salvo che andava ben oltre le semplici illazioni e che invece era il frutto di una inchiesta documentata e ben fatta dalla quale in questi giorni è uscito anche un libro (qui il link per acquistarlo) intitolato “La menzogna della rete. Chi e cosa c’è dietro Grillo e il M5S”.
Ma, per tornare alle “rivelazioni” di Giovanni Favia, in effetti il consigliere regionale dell’Emilia Romagna ha detto solo una cosa che tutti sanno e cioè che il Movimento 5 Stelle dipende da Casaleggio che lo amministra come vuole facendo piazza pulita di quelli che non sono d’accordo con lui. Nessuna novità quindi. Tutta questa attenzione sul fuorionda grillino mi sembra eccessiva. Invece sarebbe il caso di approfondire altri aspetti della “democrazia partecipativa” del duo Grillo/Casaleggio, di come controllano la rete, dei sospetti legami con reti informative iraniane (leggi IRIB e ASI) e sui quali abbiamo posto alcune domande a Grillo che, naturalmente, non ha risposto (probabilmente siamo troppo piccoli per fare certe domande). E poi ci sono le dieci domande di Di Salvo a Grillo alle quali il comico genovese si è guardato bene dal rispondere. Insomma, non è da ieri che Grillo e Casaleggio devono rispondere a domande imbarazzanti e per le quali basterebbe loro solo una decina di minuti da dedicarci, se ne avessero la voglia e l’intenzione.
Bianca B.