È incredibile come si sia parlato poco o niente della proposta avanzata dagli Stati Uniti a Israele e rivelata sabato scorso dal Washington Post.
In sostanza gli americani avrebbero offerto a Israele «informazioni sensibili per aiutare l’esercito israeliano a individuare la posizione dei leader di Hamas, degli ostaggi e a trovare i tunnel nascosti del gruppo» a condizione però Israele avesse rinunciato all’operazione su Rafah.
Cosa significa questo? Che che gli Stati Uniti hanno avuto queste informazioni e hanno scelto di non condividerle con gli israeliani, a meno che questi non facciano concessioni per non lanciare un raid su larga scala su Rafah?
Ma davvero? Non era Biden che subito dopo la strage del 7 ottobre disse: «Non mancheremo mai di coprirvi le spalle. Ci assicureremo che abbiate l’aiuto di cui avete bisogno e che possiate continuare a difendervi».
A quanto pare, Biden non ritiene che gli israeliani debbano sapere dove si trovano i leader di Hamas, che sono sempre circondati da ostaggi per scoraggiare le incursioni.
Insomma, gli Stati Uniti sanno dove si nascondono i leader di Hamas ma non lo dicono agli israeliani?
Per un momento, dimenticate di prendere alla sprovvista gli israeliani e di non dire loro delle concessioni americane ad Hamas purché accettassero un accordo per il cessate il fuoco, dimenticate il molo di Gaza, dimenticate il taglio delle esportazioni di armi verso Israele… rispetto a questo sono tutte cose secondarie. Se gli americani sanno dove si nascondono i leader di Hamas come Yahya Sinwar, l’architetto accusato degli attentati del 7 ottobre, perché non dovrebbero dirlo agli israeliani? Perché dovrebbero proteggere i leader di Hamas?
Perché stanno proteggendo le vite dei leader di un’organizzazione terroristica che ha preso in ostaggio degli americani?
Da mesi si dice che Sinwar tenga intorno a sé degli ostaggi per scoraggiare qualsiasi operazione volta a catturarlo o ucciderlo. Quindi se gli americani sanno dove sono i leader di Hamas, probabilmente sanno dove si trovano almeno alcuni degli ostaggi. E si rifiutano di condividere queste informazioni con gli israeliani, a meno che non facciano concessioni? Ma davvero?
Da che parte sta Biden? Da che parte stanno gli americani? Perché in questo momento sembra proprio che si stiano comportando come l’avvocato difensore di Hamas, cercando di ottenere il miglior accordo possibile.
Quando Biden andò in Israele subito dopo il massacro del 7 ottobre disse:
In questo momento di tragedia, voglio dire a loro [gli israeliani], al mondo e ai terroristi di tutto il mondo che gli Stati Uniti stanno dalla parte di Israele. Non mancheremo mai di proteggerli.
Faremo in modo che abbiano l’aiuto di cui i loro cittadini hanno bisogno e che possano continuare a difendersi. . . .
E il sostegno della mia amministrazione alla sicurezza di Israele è solido e incrollabile. . . .
E non ci siano errori: gli Stati Uniti stanno dalla parte dello Stato di Israele, proprio come hanno fatto dal momento in cui sono diventati la prima nazione a riconoscere Israele, 11 minuti dopo la sua fondazione, 75 anni fa.
Ebbene, da allora ogni singola parola di quella promessa è stata infranta.
Molti democratici sanno che la posizione del presidente sul conflitto è, nella migliore delle ipotesi, un miscuglio contraddittorio. È iniziato con le parole e le azioni giuste, e si è lentamente trasformato in una posizione de facto pro-Hamas, guidato da un’idea spettacolarmente sbagliata secondo cui l’intera elezione presidenziale dipende dal Michigan (lo stato più “musulmano” degli Stati Uniti) e che la vittoria nel Michigan dipenda da Elettori arabo-americani, musulmani-americani e palestinesi-americani.
Biden cerca anche l’approvazione dei giovani universitari che contestano Israele. Eppure la maggior parte dei giovani accaniti manifestanti anti-israeliani non sa niente del Medio Oriente, non sa di quale fiume e di quale mare stanno cantando, e opera con una mentalità “oppressore coloniale contro nobile selvaggio” che interpreta in maniera totalmente sbagliata la storia degli israeliani e dei palestinesi.
Quindi ripeto la domanda del titolo: da che parte sta Joe Biden? Da quella di Israele o da quella di Hamas?
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