Hezbollah, il gruppo terrorista sciita libanese legato all’Iran, è entrato in possesso di armi chimiche provenienti dalla Siria. Lo hanno detto ieri fonti dell’Amministrazione americana durante un breafing con alti ufficiali israeliani al seguito del Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barack.
La notizia, di per se sconcertante, dimostra una volta per tutte che Israele non esagerava quando sosteneva che il rischio che le armi chimiche di Assad finissero in mano ad Hezbollah era un rischio serio e concreto. Non solo, dimostra ancora una volta che il ruolo di UNIFIL in Libano non solo è del tutto marginale e inutile, ma è persino dannoso in quando fornisce (non si sa quanto volontariamente) uno scudo alle attività terroristiche di Hezbollah.
Secondo fonti anonime del Pentagono, il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barack, ha tenuto un colloquio congiunto con il suo omologo americano, il neo ministro Chuck Hagel, con il quale avrebbero studiato le necessarie contromisure a questa notizia che arriva come un fulmine a ciel sereno.
Non sono mancate le polemiche relative alla sottovalutazione del potenziale pericolo che l’Amministrazione americana ha dimostrato in questi ultimi mesi. Secondo diversi esperti infatti gli USA tenevano sotto costante monitoraggio gli arsenali chimici di Assad e non si capisce come una quantitativo di gas nervini possa essere passato in Libano nelle mani degli Hezbollah.
Non è chiaro quanto sia il materiale chimico entrato in possesso degli Hezbollah, ma anche se fosse solo quello necessario a un solo attacco sarebbe una minaccia inaccettabile per Israele.
Ehud Barack non ha escluso quindi un intervento diretto dell’esercito israeliano, sia per eliminare una volta per tutte le scorte di gas nervini in mano ad Assad che per eliminare quelle già in mano ad Hezbollah.
Sarah F.