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Breaking the Silence ne ha fatta un’altra delle sue, il tutto con i soldi dei contribuenti europei. Ieri ha presentato all’Unione Europea un rapporto che definire mendace è dire poco. Secondo la ONG più sinistra di Israele “la costruzione degli insediamenti rimane l’ostacolo più grande alla creazione di due Stati per due popoli”.

Nel suo rapporto annuale Breaking the Silence condanna fermamente la costruzione di nuove unità abitative nel famigerato settore E1 in quanto impedirebbero l’unità territoriale della Cisgiordania e di fatto renderebbero impossibile la nascita di uno Stato Palestinese. Non solo, la stessa politica minerebbe il “carattere universale” di Gerusalemme e impedirebbe che la Città Santa diventi capitale dei due Stati.

A parte il fatto che non c’è alcun motivo per cui Gerusalemme debba essere considerata “città santa” per i musulmani e che, come più volte detto, Israele considera Gerusalemme la propria capitale nella sua interezza, quindi di fatto non c’è argomento da contendere, non c’è e non ci può essere alcun contenzioso su Gerusalemme. Detto questo, la mendacità del rapporto di Breaking the Silence è evidente quando sostiene che le nuove costruzioni israeliane nel settore E1 taglino in due la Cisgiordania. Prima di tutto la zona E1 è talmente piccola, in termini geografici, che solo sostenere questa assurda ipotesi è un puro esercizio di disinformazione. In secondo luogo la zona E1 è parte integrante di Gerusalemme Est che, come detto, è la capitale indivisibile di Israele. Terzo, ma non ultimo, la zona E1 rientra pienamente all’interno sia della vecchia che della nuova barriera protettiva, una barriera che, va ricordato, non sarebbe stata necessaria se gli arabi non avessero per anni compiuto attentati in Israele.

Breaking the Silence in effetti nel suo rapporto attacca anche (ancora una volta) la barriera difensiva definendola “un serio impedimento allo sviluppo economico di Gerusalemme Est con un impatto negativo sulla situazione umanitaria ed economica”. Anche in questo caso Breaking the Silence mente sapendo di mentire. Gerusalemme infatti ha avuto il massimo incremento economico proprio a seguito della costruzione del muro difensivo in quanto è diventata finalmente una città sicura per tutti (non solo per gli israeliani). E poi si continua a sorvolare allegramente sia sui motivi per cui il muro difensivo è stato costruito, sia sul fatto che dalla sua costruzione gli attentati si sono praticamente azzerati.

Nonostante tutto questo, a quanto pare il rapporto annuale di Breaking the Silence verrà discusso alla prossima riunione dei Ministri degli Esteri della UE che si terrà a marzo. Alcuni rappresentanti della Unione Europea hanno già fatto sapere che tale rapporto non influenzerà la politica comunitaria verso Israele, tuttavia ne dubitiamo non fosse altro perché ancora ai vertici della politica estera della UE c’è una certa Catherine Ashton che, come abbiamo visto ieri, ha interessi milionari da difendere.

Sarah F.