Aerei da caccia turchi hanno bombardato postazioni del PKK, il partito dei lavoratori curdi, nel sud- est della Turchia. Lo riferisce questa mattina l’agenzia di stampa curda Rudaw.
Secondo quanto riferisce la Rudaw, confermato dai media turchi, aerei F-16 ed F-4 turchi avrebbero attaccato obbiettivi del PKK nella regione montuosa a maggioranza curda di Hakkari, al confine con l’Iraq. Secondo il quotidiano turco Hurriyet gli attacchi avrebbero provocato “pesantissime perdite” tra i curdi. Fonti curde riferiscono di decine di civili, tra cui moltissime donne e bambini, tra le vittime.
E così la Turchia è finalmente venuta allo scoperto e dimostra in maniera lampante da che parte sta nella guerra allo Stato Islamico, anche se Ankara sostiene di aver colpito obbiettivi terroristici considerando che la Turchia ritiene il PKK un gruppo terroristico. In realtà in questo modo giustifica ampiamente l’immobilismo nei confronti di Kobane e soprattutto la ferma opposizione al fatto che i curdi ricevano armi dall’occidente per combattere l’ISIS. Ankara preferisce lo Stato Islamico ai curdi. Ormai è un fatto conclamato.
Pensiamo che ormai sia arrivato il momento di dire le cose come stanno in maniera decisa e senza tanti giri di parole: la Turchia, membro della NATO e in predicato di entrare in Europa, è un regime islamico estremista che lavora in stretto contatto con lo Stato islamico. Se nemmeno dopo questi fatti in Europa non lo si capisce allora che i politici europei se ne vadano tutti a casa perché dimostrano di essere incapaci se non collusi con Erdogan.
[glyphicon type=”user”] Scritto da Sarah F.
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