Quello che purtroppo si temeva è avvenuto. La Interpol è l’ennesimo organismo internazionale a capitolare sotto i colpi dell’espansionismo islamico che ormai controlla praticamente tutti i maggiori organismi internazionali, dalle Nazioni Unite alle organizzazioni internazionali che dovrebbero vigilare sul terrorismo e sui crimini internazionali, come appunto la Interpol.

Da ieri la cosiddetta “Palestina” è membro della Interpol. E’ stata ammessa con il voto favorevole di 75 Paesi su 133. Il voto è segreto per cui non è possibile (almeno per ora) sapere chi ha votato a favore, chi contro e chi si è astenuto (24 hanno votato contro e 34 si sono astenuti), ma è immaginabile che i Paesi musulmani abbiano votato in massa a favore dimostrando ancora una volta che pezzo per pezzo l’Islam si sta fagocitando tutti gli organismi internazionali.

Ma questa volta la questione è seria perché la Interpol non è un organismo qualsiasi ma è l’organizzazione deputata alla “cooperazione di polizia e al contrasto del crimine internazionale”, attività che svolge anche attraverso la condivisione di informazioni di intelligence. In sostanza chi fa parte della Interpol non solo può chiedere di emettere mandati di cattura internazionale ma può avere accesso a informazioni altamente sensibili.

Va detto oltre tutto che l’adesione di uno Stato prevede che quello Stato almeno esista, cosa che per la cosiddetta “Palestina” non vale visto che al momento esiste solo una entità che si chiama Autorità Palestinese ma che non è a tutti gli effetti uno Stato e che quindi non ha tutte quelle strutture “di garanzia” che un ruolo del genere prevede. A questo va aggiunto che l’Autorità Palestinese è retta da due organizzazioni se non proprio terroriste comunque alquanto ambigue, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) e Al Fatah, alle quali si potrebbe aggiungere Hamas nel caso, come sembra, i cosiddetti “palestinesi” raggiungano un accordo per un Governo di unità nazionale. Sapere quindi che Hamas possa avere libero accesso a informazioni classificate non è certo il massimo e toglierebbe legittimità a questo organismo internazionale.

Ieri sera gli Stati Uniti hanno fatto sapere che non onoreranno i mandati di cattura e le richieste che eventualmente l’Autorità Palestinese inoltrerà attraverso la Interpol. Si teme infatti che ora i cosiddetti “palestinesi” tenteranno di far emettere mandati internazionali contro ufficiali e/o politici israeliani. Intanto si è saputo che il primo atto della Autorità Palestinese sarà quello di chiedere l’arresto del principale avversario di Abu Mazen, cioè Mohammad Dahlan. Questo vuol dire che l’Autorità Palestinese userà il suo nuovo “giocattolo” per far fuori i nemici politici. Non certo un buon inizio.