E’ un brutta cosa che Israele entri nella campagna elettorale americana per le elezioni di metà mandato, specie se Obama cerca di sfruttare il forte antisemitismo presente in una certa fascia della sinistra americana, quella composta per lo più da immigrati e persone di colore, alcuni dei quali fortemente implicati nei movimenti islamisti.

Ma, almeno da quello che abbiamo visto negli ultimi giorni sulla stampa vicina a Obama, è proprio quello che sta cercando di fare il Presidente americano per giustificare di fronte all’opinione pubblica americana i suoi fallimenti in politica estera.

Proprio ieri vi abbiamo reso conto delle gravissime dichiarazione di un anonimo funzionario della Casa Bianca riprese da Jeffrey Goldberg in merito a Netanyahu. Ma l’offensiva contro Israele è praticamente quotidiana. Obama sa benissimo che l’opinione pubblica americana, martellata da anni dai media di sinistra, è divisa in merito a Israele e vuole imporre il proprio pensiero secondo il quale tutti i mali del Medio Oriente (quando non del mondo) dipendono dalla questione israelo-palestinese. Quindi, ed è questo il pensiero che vuol far passare, lui non ha nessuna colpa sulle crisi che attanagliano il Medio Oriente ma la colpa è della intransigenza e persino della “vigliaccheria” di Netanyahu.

Ora, noi non pensiamo che gli elettori americani siano così allocchi da credere alle fandonie di Obama, tuttavia riteniamo che il pregiudizio anti-israeliano fortemente inculcato in un carta sinistra americana finisca per fare il gioco del peggior Presidente della storia americana. Alla fine, anche se non credono a una parola di Obama, la sinistra antisemita finirà per votarlo semplicemente perché Obama ha ormai inquadrato in Israele il nemico utile da sbandierare in questa campagna elettorale.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Carlotta Visentin

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