E’ una Europa sottomessa alla Turchia quella che appare dalle ultime decisioni della Commissione Europea. Avanti con l’abolizione dei visti per i cittadini turchi anche se condizionata alla approvazione da parte del Parlamento turco di tre leggi che consentano alla Turchia di rispettare, sulla carta, i 72 criteri chiesti dall’Europa. Silenzio assoluto invece sul disegno di legge approvato dalla Commissione Parlamentare turca che introduce l’abolizione della immunità parlamentare solo per i deputati curdi. Silenzio anche sui 1.800 processi aperti dalla magistratura turca contro chi critica Erdogan. Colpiti in particolare i giornalisti.

In Europa stanno rinnegando in maniera palese le regole che gli europei stessi si sono dati con l’introduzione della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo, il tutto a seguito del ricatto turco sui profughi. L’Europa rinnega se stessa in cambio del controllo turco delle sue frontiere esterne.

Una durissima critica alla Unione Europea arriva dal Premio Nobel Orhan Pamuk, anche lui turco, il quale in un colloquio con la Reuters ricorda i 1.800 processi contro giornalisti, vignettisti e comici che hanno criticato Erdogan definendoli «un vero attacco alla libertà di espressione», il tutto mentre in cambio di un controllo turco delle frontiere esterne l’Europa china il capo su tutti i fronti con la Turchia. «Quello che sta avvenendo in Turchia non ha niente a che vedere con gli insulti al Presidente Erdogan» dice Pamuk alla Reuters «si tratta invece di una vera e propria intimidazione verso chi critica le politiche del Governo turco». Ma l’Europa su questo fronte tace e si sottomette al ricatto di Erdogan.

Il cedimento della Unione Europea ai ricatti di Erdogan apre le porte (le spalanca) a oltre 70 milioni di musulmani turchi che potranno liberamente circolare in Europa senza alcun controllo. Non sono bastate ai burocrati europei le tante dimostrazioni di connivenza tra ISIS e Turchia, non sono bastate le dimostrazioni di forza nei confronti della stampa turca che evidenziano una chiara repressione del dissenso. Non è bastato nemmeno che la Turchia sia impegnata a bombardare i civili curdi e ad attaccare le milizie Peshmerga che combattono lo Stato Islamico per convincere gli europei che questa Turchia non solo non ha nessuna affinità con l’Unione Europea ma che è chiaramente una minaccia. La paura dei profughi ha fatto chiudere gli occhi di fronte a quello che è il vero pericolo per la UE, una progressiva islamizzazione dell’Europa. Hanno barattato qualche milione di profughi siriani con 70 milioni di musulmani liberi di circolare nell’Unione Europea. Non proprio un buon affare.

In molti sostengono che l’erezione di muri alle frontiere di alcuni Stati Europei prefigura la fine dell’Unione Europea. Ma un muro si può erigere in poco tempo ma anche abbattere in poco tempo. L’erezione di muri non è qualcosa di irreversibile mentre permettere a 70 milioni di musulmani turchi di entrare in Europa lo è. Consentire al più grande Stato Musulmano che rappresenta la Fratellanza Musulmana di ricattare l’Europa non è qualcosa da cui si può tornare indietro. E’ il vero inizio della fine dell’Unione Europea.

Scritto da Gabor H. Friedman