Vengono qua, in Occidente, a fare tutti quei mestieri che gli italiani non fanno più. Vengono qua a portarci la civiltà, noi europei dobbiamo tanto alla cultura arabo-islamica. “I migranti sono l’avanguardia del nostro futuro stile di vita1”; I migranti sono un dono di Dio, non un problema, disse Papa Francesco.
Si, come il cavallo di Troia, anche loro sono un dono degli dei, dei loro Dei.
L’11 settembre 2001 Al Qaeda uccide 3000 persone con l’attacco alle Torri Gemelle. Nel 2006 Papa Benedetto XVI pronuncia il famoso discorso di Ratisbona, che mette in risalto l’aggressività teologica e storica della religione islamica, e viene duramente criticato da buona parte della stampa italiana e occidentale.
Tuttavia, dal 2004 al 2019 in Europa abbiamo ben 28 attentati terroristici di matrice islamica2, e secondo Start Insight, sempre in Europa, tra il 2014 e il 2022 saremmo arrivati a totalizzare 182 azioni jihadiste di cui 34 rivendicate dallo Stato Islamico3. In totale si sono avuto 428 morti e più di 2.000 feriti.
Lo Stato Islamico è un’organizzazione terroristica paramilitare internazionale, fondata da Abu Musab al-Zarqawi. Costui era originario di Zarqa, una misera città industriale sede del più vecchio campo profughi palestinese fondato dalla Croce Rossa nel 1948, tutt’ora ospitante circa 18.000 persone.
Nonostante questo, però, Benedetto XVI era inviso alla sinistra perché difensore dei valori occidentali, forgiati profondamente dal cattolicesimo, e nemico giurato del relativismo culturale: quello spirito del tempo tendente a dissolvere tutto nell’indistinto caos della new age4 e per ciò funzionale alla decostruzione del nostro sistema di valori.
Il discorso di Ratisbona fu anche la ragione (o una delle ragioni) per la quale si contestò vivacemente l’invito del Rettore dell’Università La Sapienza, rivolto a papa Benedetto XVI all’inaugurazione del 705esimo anno del prestigioso ateneo. Il tutto prende le mosse da una lettera di indignazione inviata dal professor Marcello Cini al Rettore professor Renato Guarini per l’invito rivolto al Pontefice.
Il grande Ratzinger si era permesso di mettere in luce una storica verità a proposito dell’Islam e, dunque, a mettere in guardia l’Occidente dalla tendenza ad accogliere indiscriminatamente grandi masse di immigrati islamici. Il Pontefice stava rompendo le scatole e le uova nel paniere di un movimento internazionale che vedeva e vede uniti comunismo e islamismo, potremmo chiamarlo progetto Eurabia.
Non a caso si corse ai ripari con le “dimissioni” di Benedetto XVI, bersagliato dal fuoco nemico e da quello fintamente amico interno alla Chiesa. Sempre non a caso si elesse papa Francesco: propagandista della povertà economica, di quella dello spirito non se ne parla, della misericordia un tanto al kilo, dell’anticlericalismo, dell’ambientalismo alla Greta Thunberg, dell’accoglienza a 360 gradi e mai, mai una parola sulle persecuzioni dei cristiani proprio da parte di quel mondo musulmano che dovremmo accogliere a braccia aperte.
La parola inclusione è divenuta parola d’ordine. Francesco non amava niente della tradizione apostolica, era quello delle omelie brevi, se no la gente si annoia, e non di rado, sul piano teologico ha creato molte perplessità da parte di vescovi e cardinali tradizionalisti. Papa Francesco piaceva a tutti, troppi, soprattutto a sinistra, si è anche chiesto se veramente a Gaza vi fosse in corso un genocidio.
Con l’attentato palestinese a Israele il 7 ottobre 2023 e la guerra che ne è seguita, l’Occidente, una buona parte di esso, non ha esitato a dare credito a tutto quello che veniva e viene proclamato dall’organizzazione terroristica di Hamas: quel mondo dal quale abbiamo subito decine e decine di sanguinosi attentati riscuote da noi tanta fiducia e accondiscendenza.
Il sedicente “ministero della sanità” di Hamas, che un minuto dopo ogni bombardamento israeliano diffondeva con precisione ragionieristica il numero dei morti, ovviamente tutti civili, veniva creduto senza che vi fosse il minimo dubbio o la minima verifica da parte di nessun Ente internazionale: oltre 70.000 morti, solo donne e bambini, dei quali oggi la Croce Rossa non trova traccia sotto le macerie. Questo mi fa piacere, se non sono morte così tante persone innocenti non si può altro che esserne contenti, ma quello che è stato propagandato da Hamas era ben diverso: ci hanno martellati con il genocidio e qua, in Occidente, si iniziò ad urlare nelle piazze questa parola dopo una sola settimana dalla strage ebraica del 7 ottobre.
Ora, proviamo a porci delle domande: decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa, non sono stati sufficienti a scalfire la credibilità di quel mondo rispetto al suo reale sentire verso di noi.
Decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa ci inducono a consegnare le chiavi delle città e riconoscimenti vari alla sedicente avvocata Albanese che sta dalla parte degli attentatori di professione.
Decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa inducono i nostri politici di sinistra a volere eliminare il reato di clandestinità affinché aventi diritto e non aventi diritto possano venire da noi, sfuggire ad ogni controllo e creare il caos nelle nostre città.
Decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa inducono i nostri politici, sempre di sinistra, a parteggiare per le ONG che contribuiscono a riempire l’Italia di immigrati islamici per poi foraggiare, a furia di miliardi, le loro cooperative rosse per il mantenimento degli stessi.
Decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa danno come risultato l’obbligo, da parte nostra, di accogliere queste persone senza pretendere che esse si adattino alle nostre leggi, tradizioni e abitudini, anzi, noi dovremmo rinunciare alle nostre feste religiose per non creare disagio in coloro che, a parti rovesciate, ci sgozzerebbero come agnelli.
Decine e decine di attentati terroristici di matrice islamica con centinaia di morti in Europa dovrebbero indurci a comprendere il loro dolore di poveri, a causa nostra, dimenticando che in molte zone dell’Africa e del Medioriente sono i loro governanti a rendergli la vita invivibile. Nessuno si dimentichi che da quelle parti (Medioriente) vi è stato il colonialismo-imperialista dell’Impero Turco-Ottomano, certo non occidentale, per ben 400 anni ed ha avuto un grande peso politico, economico, giuridico e culturale su quei popoli. Vi è stata la Grande Guerra e i vincitori, come sempre è accaduto nella storia, hanno stabilito nuovi confini e riconosciuto i profondi legami storici che ogni popolo aveva ed ha con quei luoghi: Samaria, Galilea, Giudea.
1 Laura Boldrini, Mercato del Lavoro, ADAPT, 29 aprile 2014
2 Agenzia Nazionale Stampa associata del 30 novembre 2019.
3 Claudio Bertolotti, Start Insight, 23 ottobre 2023.
4 Movimento ispirato alla credenza nell’avvento di una nuova era, caratterizzata dalla fratellanza tra gli uomini e dalla perfetta comunione tra uomo e natura.

