Il terrorismo cibernetico è la minaccia centrale del 21° secolo. A dirlo è Avi Dichter (Likud), Presidente della Commissione Difesa ed Esteri della Knesset che proprio in questi giorni ha presentato un disegno di legge volto a unificare sotto un unico comando i vari gruppi di difesa dal terrorismo cibernetico presenti in Israele.
Israele è stato uno dei primi al mondo a capire la pericolosità del terrorismo cibernetico e nel tempo ogni agenzia di intelligence, di difesa e di fornitura di servizi si è dotata di una propria unità di contro-terrorismo composta da i migliori tecnici informatici del Paese. Ma una ricerca della Commissione Difesa ha stabilito che sebbene i vari gruppi funzionino bene, la difesa dal terrorismo cibernetico funzionerebbe molto meglio se invece di un semplice coordinamento tra i vari gruppi (Mossad, Shin Bet, IDF, Compagnia elettrica e Autorità delle acque) tutti i gruppi fossero riuniti sotto un unico gruppo che opera per tutti. Da qui il disegno di legge che dovrebbe portare alla creazione di una agenzia unica di contro-terrorismo cibernetico che disponga delle risorse finanziarie e umane necessarie a combattere una guerra che si fa sempre più difficile e complessa.
Negli ultimi mesi Israele è stato attaccato diverse volte dal terrorismo cibernetico. Ad essere sotto attacco non sono solo i servizi fondamentali quali energia elettrica e acqua, ma anche le aziende altamente tecnologiche israeliane che lavorano per la difesa o nello sviluppo, comprese le aziende mediche e farmaceutiche. In più di una occasione hacker stranieri hanno cercato di carpire informazioni sensibili in ogni settore della difesa e della ricerca israeliana o di sabotare i servizi essenziali e i vari gruppi di contro-terrorismo cibernetico hanno reagito sempre in maniera tempestiva, ma con l’aumentare del rischio e degli attacchi anche la difesa da questo nuovo tipo di terrorismo si deve adeguare, da qui la necessità di una agenzia unica.
Ma il contro-terrorismo cibernetico non è solo difensivo. Con il ruolo centrale assunto dai social media nella diffusione di ideologie terroristiche e stragiste e nella fomentazione alla violenza, si rende necessaria anche una strategia “offensiva” volta a bloccare l’istigazione al terrorismo attraverso i social media, al controllo, alla individuazione e a rendere inoffensivi coloro che fanno uso dei social per diffondere ideologie terroristiche o per coordinare attacchi terroristici. Quindi, azioni di difesa, di prevenzione e azioni offensive in un unico gruppo centrale con un coordinamento che dipenda unicamente dalla Difesa e che dovrebbe prendere il nome di National Cyber Authority.
In sostanza Israele sta mettendo in pratica la sua purtroppo lunga esperienza nel combattere il terrorismo “reale”, una strategia fatta di prevenzione, individuazione e neutralizzazione del rischio, anche nella lotta al terrorismo cibernetico che con il passare del tempo diventa sempre più minaccioso e pericoloso.
Scritto da Sarah F.