Sul progetto israeliano di annessione della Valle del Giordano e di alcuni insediamenti in Giudea e Samaria, volteggia un avvoltoio pronto a sfruttare e a strumentalizzare l’immancabile malcontento arabo che deriverebbe da tale decisione israeliana.
Si chiama Fratellanza Musulmana e sta già affinando le proprie armi soprattutto nel Paese che più risentirebbe di una decisione in tal senso da parte di Gerusalemme: la Giordania.
Oggi su Yediot Aharonot viene pubblicato un editoriale di Marwan al-Muasher, ex ministro degli Esteri della Giordania, nel quale il vecchio diplomatico spiega come, secondo lui, una annessione della Valle del Giordano e degli insediamenti in Giudea e Samaria da parte israeliana metterebbe in pericolo il trattato di pace tra Giordania e Israele.
Quello che al-Muasher non dice è che il vero pericolo per la Giordania non è tanto il rischio di un ridimensionamento del trattato di pace con Israele (con tutto quello che ne conseguirebbe) quanto piuttosto l’esistenza stessa del regno hascemita.
Ad Amman sanno benissimo che Israele non può rinunciare al controllo della Valle del Giordano, ma devono fare i conti con due milioni di cosiddetti “profughi palestinesi” che hanno in seno, profughi che hanno trovato nel Fronte d’Azione Islamico, il braccio politico della Fratellanza Musulmana in Giordania, la loro casa politica.
Da anni i Fratelli Musulmani cercano di dare una spallata al regno di Re Abd Allah II e se fino ad oggi non ci sono riusciti è solo perché il regno hascemita ha posto dei paletti, costituzionali e non, all’espansione del Fronte d’Azione Islamico, che però potrebbe seriamente giovarsi di una decisione israeliana volta alla annessione della Valle del Giordano.
«Gli enormi interessi reciproci tra Giordania e Israele derivati da oltre 25 anni di pace potrebbero essere messi gravemente in discussione da una decisione israeliana volta ad annettere ufficialmente la Valle del Giordano» ci dice una fonte anonima dei servizi segreti giordani.
«Israele controlla già la Valle del Giordano sebbene essa non sia ufficialmente annessa allo Stato Ebraico» continua la fonte. «Tutti conoscono l’importanza per gli israeliani di mantenere questo controllo e nessuno pensa minimamente che essi lo possano lasciare ai palestinesi. Ma una annessione è una cosa diversa e darebbe alla Fratellanza Musulmana una motivazione senza precedenti per spingere la Giordania a rifiutare tale decisione e quindi a porre fine al trattato di pace».
Pesano quei due milioni di “profughi palestinesi” ospitati dalla Giordania. «È dagli anni 70, dai tempi del settembre nero, che i palestinesi non rappresentavano una minaccia così concreta per il regno» prosegue la fonte. «C’è un fortissimo fermento alimentato dai Fratelli Musulmani e dalle voci sulla annessione. Non sono sicuro che se Israele decidesse i tal senso potremmo contenere la minaccia senza mettere in discussione il trattato di pace».
Alla domanda su quale sarebbe la soluzione, la risposta è secca: «lasciare le cose come stanno. Israele controlla già tutto quello che gli serve controllare. Alimentare la protesta è molto pericoloso per la Giordania e quindi anche per Israele».
Nei giorni scorsi l’intenzione israeliana di annettere la Valle del Giordano e gli insediamenti in Giudea e Samaria è stata alla base di un feroce dibattito tra gli stessi sostenitori di Israele, divisi tra chi predica prudenza e chi invece sostiene l’annessione a tutti i costi. Un dibattito che per altro sta proseguendo sui media israeliani.