Non avrei mai pensato di arrivare a rimpiangere un politico come Giulio Andreotti, ma nel vedere l’ennesimo video in stile talebano del Premier italiano che rantolava contro la Magistratura e ventilava “punizioni divine”, in perfetto stile Putin, senza però dare alcuna giustificazione concreta di quello che ha fatto, ho davvero rimpianto il vecchio leader della DC e la sua moralità nell’affrontare la Magistratura.
E si che le accuse contro Andreotti erano gravissime. Fu accusato di essere l’uomo politico della mafia, di essere in combutta con Totò Riina, fu accusato dell’omicidio Pecorelli e di tante altre amenità. Eppure Andreotti non si sottrasse mai al giudizio dei magistrati e vinse onorevolmente le sue cause dopo una quindicina di anni di processi e di dibattimenti ai quali partecipò quasi sempre.
Questa onorabilità Silvio Berlusconi non se la sogna nemmeno. Lui ha sempre fatto di tutto per sottrarsi al giudizio dei magistrati e non ha mai chiarito le tante accuse che gli sono state rivolte. In compenso ha prodotto leggi a pioggia per sottrarsi al giudizio della Magistratura.
Anche ieri ha rispolverato il vecchio mantra della “persecuzione giudiziaria”, ha riproposto il vecchio conflitto con chi, giustamente, lo vuole giudicare senza però scagionarsi dalle accuse infamanti che gli vengono addebitate. Solo i peggiori dittatori al mondo fanno quello che sta facendo Silvio Berlusconi. Quello che non può controllare o piegare ai suoi voleri, lo vuole distruggere.
In questo senso vanno le palesi minacce rivolte in quel video ai magistrati milanesi. Se non vi posso controllare allora vi distruggo. E’ un atto gravissimo e una intimidazione in perfetto stile mafioso o, se vogliamo, in perfetto stile Putin. L’unica differenza che c’è ancora la Russia di Putin e l’Italia di Berlusconi è che ancora da noi i giornalisti contrari all’imperatore non vengono ammazzati, ma quando dovremo aspettare se si va avanti con questo ritmo?
E allora lasciatemi rimpiangere Giulio Andreotti, un uomo politico che non ho mai stimato e che, anzi, ho persino odiato, ma almeno lui ha avuto la moralità di andare a difendersi davanti ai giudici, vincendo e riabilitando il suo nome. Un abisso rispetto alla immoralità di Silvio Berlusconi.
Roberto Delponte