Le milizie sciite in Siria e in Iraq che fanno capo all’Iran, negli ultimi giorni hanno portato diversi attacchi contro basi americane nei due paesi mediorientali, attacchi culminati con quello di questa mattina quando tre razzi sono stati sparati contro l’ambasciata americana a Baghdad.
Secondo osservatori locali sentiti da RR si tratterebbe della risposta iraniana agli attacchi americani della fine di giugno contro le basi dei gruppi sciiti che fanno capo a Teheran.
L’ambasciata americana non è stata colpita, i tre razzi sono caduti nella zona verde a pochi metri dal complesso diplomatico americano. Tuttavia il gesto è gravissimo.
Ieri quattordici razzi sono stati lanciati contro la base aerea Ain al-Assad che ospita truppe americane nella provincia occidentale di Anbar, causando lievi ferite a due membri del personale.
Martedì le forze curde in Siria, alleate degli Stati Uniti, hanno affermato di aver sventato un attacco con droni nell’area del giacimento petrolifero si al-Omar.
A rivendicare gli attacchi è stato il gruppo sciita Revenge of al-Muhandis Brigade.
Il gruppo che fa capo a Teheran prende il nome da Abu Mahdi al-Muhandis, ucciso in un attacco americano all’inizio dello scorso anno insieme al generale iraniano Qassem Soleimani.
Gli attacchi possono essere considerati come “attacchi iraniani” in quanto, come sempre, Teheran delega vigliaccamente gruppi sciiti esterni non avendo il coraggio di attaccare a viso aperto. È l’Iran infatti a finanziare ed armare questi gruppi sciiti che diventano il suo braccio armato.