Rimane aperta l’ambasciata italiana in Libia, anche se solo con sei funzionari. Il resto del personale “non necessario” è stato evacuato. Le milizie ribelli che si oppongono al Governo di Fayez al Sarraj, riconosciuto a livello internazionale, stanno avanzando rapidamente e puntano direttamente alla città di Tripoli. Il Governo di al Sarraj potrebbe avere le ore contate.
Questo preoccupa non poco l’intelligence italiana che ieri sera ha lanciato l’allarme per una possibile “bomba immigrati” sull’Italia. Gli accordi per i controlli dei flussi sono stati infatti stretti con il Governo internazionalmente riconosciuto e non è detta che i ribelli lo mantengano. Anzi, è più probabile il contrario.
La situazione sul terreno
Ieri sera il Consiglio presidenziale di Tripoli ha dichiarato lo stato di emergenza, avvertendo le parti in conflitto che la compromissione della sicurezza nella capitale non può essere accettata e che non rimarrà impunita. Minacce cadute nel vuoto dato che questa mattina si combatte ferocemente nei quartieri di Salaheddine e Khalit Al-Furjan. Violenti scontri vengono segnalati anche a Wadi Al-Rabee e Tariq Al-Naher, alle porte della capitale libica.
Da tutto il mondo appelli alla calma
La situazione in Libia preoccupa tutto il mondo. Il Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, ha invitato le parti a fermare l’escalation di violenza che sta facendo molte vittime tra donne e bambini. Inviti alla calma sono arrivati anche dalla UE, dalla Turchia e dai Paesi Arabi del Golfo.
La Nigeria punta a far rientrare in patria i clandestini nigeriani
Il partito nigeriano All Progressives Congress (APC) ieri ha rilasciato una dichiarazione nella quale si afferma che l’amministrazione guidata dal presidente Muhammadu Buhari si è impegnata a mitigare la crisi migratoria e a far rientrare in Nigeria le persone nigeriane attualmente in Libia. «Troppe famiglie nigeriane hanno sofferto per la perdita dei loro cari o per i trattamenti disumani ai quali sono sottoposti in Libia» si legge nella dichiarazione. «Attraverso il sostegno degli accordi internazionali e degli sforzi volti a frenare l’immigrazione clandestina, tra i quali l’impegno per il rimpatrio di migranti nigeriani bloccati in Libia, l’amministrazione del presidente Buhari ha dimostrato la volontà politica di controllare questo flagello» conclude la dichiarazione osteggiata però dalle opposizioni nigeriane.
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