Caso Sallusti: un poderoso attacco alla libertà di opinione e di stampa

by 22 Settembre 2012

Chi lo avrebbe ma detto che mi sarei ritrovata a difendere Alessandro Sallusti, direttore de Il Giornale. Eppure, nonostante sia lontana anni luce dalle idee di “zio Tibia”, la sua battaglia per non finire in carcere merita non solo rispetto, ma molta, moltissima attenzione perché in gioco c’è la libertà di espressione e di stampa.  

I fatti sono abbastanza noti. Qualche anno fa il quotidiano Libero, allora diretto da Sallusti, pubblica un articolo molto critico verso una decisione del Tribunale di Torino di autorizzare una bambina di 13 anni ad abortire. Quell’articolo venne giudicato dalla magistratura, che potrebbe essere definita anche “parte in causa”, come offensivo e calunnioso. Sallusti, in qualità di direttore, viene quindi condannato a 14 mesi di carcere senza condizionale per omesso controllo. Non entro nel merito dell’articolo e neppure in quello della decisione, qui non si tratta di stabilire chi avesse ragione e chi no, qui si tratta di chiarire un fatto importante: Sallusti aveva il Diritto di criticare quella sentenza in qualità di giornalista? Aveva il Diritto di esprimere pubblicamente la sua opinione? Secondo i giudici non ce l’aveva anche se la Costituzione italiana e le norme democratiche dicono il contrario.

Perché ho l’impressione che ci si trovi di fronte a quelli che una volta venivano chiamati genericamente “reati di opinione”? Perché ho la bruttissima impressione che la Magistratura non si possa criticare a differenza della politica? Perché ho l’impressione che in questo caso i magistrati siano stati chiamati a giudicare loro stessi in un incredibile conflitto di interessi? Ma soprattutto, perché ho l’impressione che ci si trovi di fronte a un poderoso attacco alla libertà di opinione e di stampa?

Ribadisco la mia totale lontananza da alcune pozioni e idee di Sallusti, ma ribadisco anche il totale sostegno al suo Diritto di poter esprimere liberamente una opinione, sia che riguardi un politico sia che riguardi un magistrato che, andrebbe ricordato, è al servizio del popolo, della democrazia e del Diritto e non appartenente ad una casta di intoccabili.

Bianca B.

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