La campagna elettorale più velenosa della storia italiana si è chiusa ieri sera con le ennesime sparate del Premier unite alle solite promesse che poi non verranno, come sempre, mantenute. E’ già successo quando disse che avrebbe ripulito Napoli in tre giorni, quando promise una ricostruzione dell’Aquila veloce, quando promise un abbassamento delle tasse ecc. ecc. Di promesse disattese è piena la storia di Berlusconi.
Ma l’Italia, nonostante qualcuno cerchi di cambiare le cose, rimane un paese democratico dove la volontà popolare conta ancora e dove esiste un metodo assolutamente democratico per “dissentire” dalle scelte dei politici: il voto.
Ecco perché è assolutamente necessario che chi ha Diritto a votare lo faccia, perché il suo voto può contribuire a cambiare le cose o a lasciarle così come stanno. Chi non vota non può dissentire e non può criticare semplicemente perché non ne ha Diritto avendo rinunciato alla più solenne delle forme democratiche.
In molti casi si è sentito dire che la gente non va a votare perché “schifata” da questa politica. Beh, lasciatemi dire che non è una ragione sufficiente per non votare. Se uno è schifato dall’attuale politica usa il suo voto per cambiare le cose e non fugge di fronte alle proprie responsabilità.
Lo so, si tratta di scegliere il meno peggio e questo non può e non deve essere consolante. Tuttavia va ricordato che per cambiare le cose si parte sempre dal basso e la prima cosa da fare in un percorso di cambiamento è proprio di scegliere l’opzione “meno peggio”. Non spetta certo a me dare “consigli di voto” ma mi sento di responsabilizzare i cittadini italiani sulla assoluta necessità di andare a votare perché evitando di farlo non solo si perde il Diritto alla critica e alla protesta, ma si influenza anche le decisioni di coloro che invece nel voto ci credono. Se volte cambiare le cose in Italia, andate a votare.
Bianca B.