Persino il Presidente Napolitano ha detto che “nessuno può sapere come andrà a finire il 14 dicembre”. In questi giorni i giornali invece fanno un sacco di previsioni. Quelli di proprietà del Premier (o controllati) dicono che ci sarà la fiducia. Gli altri (pochi a dire il vero) scommettono sulla sfiducia. In mezzo ipotesi di compravendita di voti  o addirittura di voto di scambio (che per inciso sarebbe un reato).

Ma qual è il problema vero in tutto questo? Il problema fondamentalmente è sempre lo stesso: il Premier non si vuol far processare. Se si dimette perde lo scudo garantito dal legittimo impedimento. Se viene sfiduciato, idem. Ma se ottiene la fiducia anche per mezzo voto può ancora sperare su un rinvio all’infinito dei processi e, magari, nel frattempo studiare l’ennesima legge ad personam e ad aziendam (anche Fininvest è pesantemente coinvolta in diversi processi). Però……..c’è anche un però.

Lo stesso giorno del voto di fiducia al Governo la Corte Costituzionale è chiamata ad esprimersi sulla costituzionalità del “legittimo impedimento” che fino ad oggi ha permesso al Premier di sottrarsi alla giustizia. I punti controversi sono quelli relativi alla compatibilità della norma con gli art. 3 e 138 della Costituzione. Se, come in molti pensano, la Corte Costituzionale dovesse bocciare la norma del “legittimo impedimento” in quanto incostituzionale, il Premier dovrà sottoporsi al giudizio della legge come tutti i comuni cittadini. A quel punto sarebbe perfettamente inutile per Berlusconi essere primo ministro o meno.

In fondo, non è un mistero, al Premier non interessa il bene della Nazione, a lui interessa solo riuscire a cancellare gli ultimi processi contro la sua persona. Per molti c‘è riuscito con “apposite leggi”, ma per gli ultimi (in particolare quello per corruzione nel caso Mills)il lavoro risulta un tantino più ostico. Prima ci ha provato con il “Lodo Alfano” giustamente bocciato dalla Corte Costituzionale, poi ha tirato fuori dal cilindro il “legittimo impedimento” .

L’attenzione dei media è tutta concentrata sull’esito del voto di fiducia del 14 dicembre, ma quel voto potrebbe essere inutile (a prescindere dai risultati) se la Corte Costituzionale boccerà, come è auspicabile, il legittimo impedimento. Verrebbe meno, per Berlusconi, la ragione principe per cui vuole rimanere al potere.

Carlotta Visentin