Preoccupa sempre di più la vertiginosa crescita dei sostenitori dello Stato Islamico e della Jihad globale in Africa. In particolare in Africa occidentale si assiste a un vero e proprio boom delle adesioni alla Jihad globale e al califfato ma più in generale quello che sta accadendo è una radicalizzazione finanziata dai Paesi del Golfo che fa leva e sfrutta la povertà in cui versa la maggioranza della popolazione.
E’ diventata virale sui social africani la storia di Sadio Gassama, giovane medico senegalese che ha abbandonato tutto per unirsi allo Stato Islamico passando dal bisturi e dalla assistenza ai malati al mitragliatore e all’uccisione degli infedeli. Uno studio francese e del Consiglio Europeo ha evidenziato come in Paesi notoriamente tolleranti come il Senegal, il Niger, il Camerun e altri paesi dell’Africa Occidentale i lauti finanziamenti provenienti dai Paesi arabi del Golfo ufficialmente destinati alla costruzione di moschee e al proselitismo stiano in realtà finanziando il radicalismo islamico.
Secondo diversi diplomatici europei il Niger e il Senegal sono al centro di questa vera e propria campagna di re-islamizzazione. Bakary Sambe, direttore del Timbuktu Institute e coordinatore del Observatory on Religious Radicalism and Conflicts in Africa fa notare come i finanziamenti dei Paesi arabi del Golfo destinati alle moschee stiano in realtà alimentando l’integralismo e l’adesione alla Jihad globale. A Niamey, capitale del Niger, sono sempre di più le donne costrette a muoversi indossando il velo integrale e a spostarsi in città solo se accompagnate da uomini, una cosa del tutto impensabile fino a qualche anno fa. Centinaia di giovani si recano nelle moschee per ascoltare i sermoni violenti degli Imam che parlano di Jihad globale e di conquista del mondo da parte dell’islam. «Il mondo è concentrato sul pericolo rappresentato dallo Stato Islamico in Medio Oriente e in Nord Africa e non si accorge che il vero pericolo arriva dal Shael» ha detto un funzionario senegalese a Rights Reporter.
In tutta la regione l’Islam prevalente è sempre stato quello Sufi, piuttosto tollerante e aperto, ma la politica degli Stati Arabi del Golfo sta cambiando radicalmente questa mappa trasformando la maggioranza dedita al sufismo in una potenziale bomba Jihadista e in un momento in cui migliaia di giovani africani si muovono verso l’Europa non è un segnale da sottovalutare.
Scritto da Claudia Colombo