Ieri il Tribunale di Milano ha condannato Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale nell’ambito del processo Mediaset aggiungendo alla condanna anche l’interdizione ai pubblici uffici. Immediato il fuoco di fila di testate giornalistiche di proprietà del Cavaliere, di rappresentati del PDL e di militanti contro i giudici milanesi.
Ora, io non voglio e non posso entrare nel merito della sentenza. Non so se sia giusta o meno e non ho le competenze per poterla giudicare. Quello che so è che dei giudici italiani hanno condannato il “cittadino” Silvio Berlusconi per dei reati che secondo loro sono stati commessi. Punto. Mi basta. Ci sono ancora due gradi ai appello (e probabilmente la prescrizione) per Berlusconi prima che sia condannato definitivamente. Gridare alla “sentenza politica” come stanno facendo le testate berlusconiane e i suoi pasdaran è semplicemente ridicolo. L’Italia non è la Russia di Putin dove gli avversari politici si distruggono con le sentenze. Oltretutto il nostro sistema giudiziario è fortemente compromesso da leggi ad personam fatte e volute proprio da Berlusconi. Mi sembra quindi inopportuno parlare di “sentenza politica”.
Anche perché tutto questo cianciare rischia di trasformarsi in un clamoroso autogol per la destra. Parliamoci chiaro, anche gli elettori di destra pensano che Berlusconi non sia limpido ed è proprio per questo che nei giorni scorsi, dopo che lo stesso Berlusconi aveva annunciato la sua volontà di non ricandidarsi a premier, avevano tirato un sospiro di sollievo. Se c’è una seria e concreta possibilità di far rialzare il centro-destra e di non consegnare l’Italia alla sinistra di Vendola e di Bersani questa passa proprio per l’esclusione di Berlusconi, per il suo oscuramento.
Invece ieri sera si è assistito a una serie di dichiarazioni suicide che chiedevano a Berlusconi di cambiare idea e di scendere in campo nuovamente. Ma siamo matti? Sarebbe un assurdo autogol per la destra. Il Paese è stanco di Berlusconi e lo sono in particolare proprio gli elettori di destra.
Lasciamo il Cavaliere alle sue beghe, alle sue aziende, alle sue “feste eleganti” e alla difesa dai magistrati brutti e cattivi. Di danni alla destra ne ha già fatti abbastanza. Ora è il momento di rinnovare (per prendere in prestito un termine dalla De Girolamo). Il tempo sta stringendo e le elezioni sono dietro l’angolo. Non si faccia l’ennesimo favore alla sinistra rispolverando Berlusconi. La sconfitta sarebbe praticamente certa.
Carlotta Visentin