Oggi voglio lanciare una provocazione: e se l’Italia condonasse tutto a Berlusconi, chiudesse gli occhi su tutti i reati commessi, bloccasse tutti i processi contro il rais di Arcore ottenendo però in cambio il suo definitivo allontanamento dalla politica (meglio sarebbe dall’Italia), non sarebbe un bene per il nostro Paese?
La presenza di Berlusconi sta letteralmente affondando il paese e mentre avviene tutto ciò lui continua imperterrito, appoggiato dai suoi talebani e dalla Lega Nord, a proporre leggi ad personam altamente distruttive per questa democrazia già provata da decine di scandali. E allora, che male ci sarebbe ad estirpare il male alla radice proponendo al rais un asilo dorato in cambio del suo allontanamento definitivo?
In fondo è la stessa cosa che si fa in molte altre parti del mondo. Lo si è proposto a Gheddafi, a Mubarak, a Ben Ali, a Mugabe e a tanti altri dittatori, perché non proporlo anche a Berlusconi? In fondo lui è sceso in politica e ci rimane attaccato come una cozza allo scoglio proprio per ottenere l’impunità sui suoi reati. E diamogliela questa impunità. Lo so, non è una cosa bella da fare, ma a casi estremi ci vogliono rimedi altrettanto estremi e l’Italia è decisamente u caso estremo.
Una volta che ci saremo liberati di Berlusconi potremo finalmente tornare a pensare al bene del Paese, a pensare allo sviluppo e alle riforme necessarie. La politica potrà tornare a fare la politica, il Parlamento potrà tornare a legiferare su argomenti che non siano pertinenti alla persona di Berlusconi e finalmente il paese potrà risorgere dalle ceneri lasciate da quasi un ventennio di regime berlusconiano. Pensate agli incalcolabili vantaggi che ce ne verranno.
Diversamente, se non ci libereremo al più preso di questo fardello chiamato Berlusconi, dovremo prepararci a continuare la discesa negli inferi della povertà e del sottosviluppo fino al tracollo totale, perché ormai è chiaro, Berlusconi intende portare a fondo con se stesso il Paese intero. A fondo lui, a fondo tutti noi. Non possiamo permetterlo.
Brigitta Donati
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