La Cina dispone del più grande esercito del mondo, ma cosa sappiamo veramente dell’esercito cinese o Esercito Popolare di Liberazione?
Fino ad oggi l’esercito cinese era una delle forze più enigmatiche e opache del pianeta militare. A sgombrarci un po’ i dubbi ci ha pensato un rapporto americano appena declassificato e codificato con la sigla ATP 7-100.3
Il rapporto, denominato “tattiche cinesi”, analizza solo le forze di terra e non aviazione e marina. A sua volta viene tuttavia diviso in diverse appendici le quali analizzano una per una le forze di terra cinesi, tra le quali troviamo le forze terrestri di manovra, la difesa aerea, la difesa e l’attacco chimico, la difesa ingegneristica, reti e comunicazioni e infine le operazioni speciali.
In totale l’esercito cinese può disporre di 73 brigate combinate con unità aviotrasportate, marines e unità speciali.
Prima di tutto va detto che la Cina non aveva mai speso per il proprio esercito di terra come sta spendendo ora, con un programma di investimenti per ammodernamento che arriva fino al 2035.
Le 73 brigate sono a loro volta divise in leggere (motorizzate), medie (meccanizzate) e pesanti (blindate). Oltre a queste forze “permanenti” l’esercito cinese può disporre di 18 divisioni di riserva composte dalla milizia che il rapporto americano descrive come di “scarsa reattività”.
Negli ultimi venti anni l’esercito cinese si è notevolmente evoluto rispetto a come lo si credeva e a come veniva descritto. È passato da un esercito con capacità di manovra limitate anche da mezzi e munizionamento obsoleto.
Ora l’esercito cinese dispone di uomini altamente addestrati e in grado di adattarsi facilmente a qualsiasi scenario, dotati di nuovissimi mezzi meccanizzati (leggeri e pesanti) e di un munizionamento decisamente all’avanguardia del quale oltretutto non conosciamo tutte le potenzialità.
In parte è questo il motivo per cui il rapporto è stato desecretato, per mostrare al mondo che l’immagine di un esercito cinese vecchio e obsoleto ampiamente diffusa, è del tutto sbagliata.
L’altro motivo è quello di mostrare il vero volto dell’espansionismo cinese, altamente aggressivo e dotato di mezzi che in pochi immaginano.
È in questo contesto “altamente aggressivo” che il rapporto mostra quello che quasi certamente è il passo avanti più significativo compiuto dall’esercito cinese, quello legato alla velocità di trasporto delle truppe di ogni tipo in qualsiasi scenario al mondo, anche se per il momento questa velocità di trasporto sembra limitata alle sole forze leggere e non a quelle pesanti meccanizzate.
Quello che invece sembra rimanere un grosso limite per l’esercito cinese è la catena di comando che resta (fortunatamente) legata al vecchio concetto per il quale nessun comandante di nessuna struttura prende decisioni in modo autonomo, capacità essenziali in un esercito moderno e ad alta mobilità.
Sembrerebbe che sia stato proprio il Presidente cinese Xi Jinping a far notare questo grandissimo limite, ma è una mentalità difficile da eradicare, specie in un sistema che “punisce severamente” chi sbaglia.
Sintetizzando (moltissimo) l’esercito cinese non è più quel “vecchio esercito” che fino ad oggi ci siamo immaginati, ma conserva ancora e per fortuna quei grossi limiti che nonostante i grandi passi avanti lo rendono ancora “prevedibile”, poco dinamico e quindi poco letale.
Ma attenzione, la Cina sta investendo cifre da capogiro nell’ammodernamento del suo esercito e c’è da giurare che ben presto l’Esercito Popolare di Liberazione oltre all’esercito più grande del mondo sarà anche quello più potente.