Può bastare una cenetta ad Arcore per trasformare un “prode condottiero padano” in un lustrascarpe della camorra? Sembra di si a giudicare dal dietrofront di Umberto Bossi che su Cosentino, smentendo Maroni, ha detto: «Dalle carte della magistratura su Cosentino non esce niente, non esce una colpevolezza».

Non mi risulta che qualcuno abbia chiesto alla Camera di emettere un giudizio su Cosentino, ma solo che verificasse che non ci fosse il tristemente famoso “fumus persecutionis”, una formula assai bizzarra che quasi sistematicamente permette ai parlamentari disonesti e magari mafiosi di evitare la galera e di continuare a rimanere al suo posto rappresentando così tutti gli italiani.

Ben inteso, Bossi ormai ci ha abituati a queste cose berlusconiane. Questa mattina nel programma radiofonico “caterpillar AM” un elettore leghista lo ha paragonato a Scilipoti per la sua dote di cambiare idea e schieramento a seconda di dove stia la convenienza (non solo politica) e in molti hanno chiesto che se ne vada, lui e tutti quelli della cricca del “Cerchio Magico”.

Comunque, grazie ai voti padani al momento in parlamento abbiamo un certo Dell’Utri, condannato in primo e secondo grado per associazione mafiosa, un certo Cosentino, imputato di reati di camorra il cui arresto è stato chiesto più volte, e tanti altri bei personaggi che appena usciranno dal Parlamento si ritroveranno probabilmente con le manette ai polsi. E’ questo quello che Bossi promette ai suoi elettori? Si, è esattamente questo. E’ bene che gli elettori leghisti se ne rendano conto. In fondo quell’elettore leghista che ha parlato a Caterpillar AM non aveva tutti i torti.

Carlotta Visentin