Il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha emanato martedì una direttiva la quale prevede che tutti gli incontri diplomatici segreti siano approvati preventivamente dal suo ufficio.
La decisione arriva pochi giorni dopo che il suo ministro degli Esteri ha scatenato una tempesta diplomatica e politica rivelando un incontro segreto con il suo omologo libico.
Il premier ha anche richiesto che la pubblicizzazione di qualsiasi incontro diplomatico segreto debba prima ricevere il via libera dall’Ufficio del Primo Ministro.
La direttiva è sembrata un tentativo di Netanyahu di prendere le distanze dalla bufera scatenata dalla notizia, rivelata dal Ministro degli Esteri Eli Cohen, che Cohen si è incontrato la settimana scorsa con il Ministro degli Esteri libico Najla Mangoush. La direttiva ha fatto eco alle mosse della leadership libica, che ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’incontro.
Secondo gli analisti esperti di diplomazia internazionale, è molto improbabile che Mangoush o Cohen abbiano tenuto questo incontro (senza precedenti) senza informare i rispettivi premier.
Domenica Cohen ha annunciato di aver incontrato la sua controparte libica in Italia. La rivelazione dell’incontro ha scatenato l’indignazione in Libia e Mangoush è stata costretta a lasciare il Paese.
In Israele si è scatenata una bufera di critiche per la gestione del governo di questa delicata interazione Gerusalemme si è guadagnato anche un rimprovero da parte di Washington.
Lunedì Cohen è stato ampiamente criticato per aver reso pubblico il suo incontro con Mangoush. Esponenti dell’opposizione lo hanno accusato di comportamento “dilettantesco e irresponsabile” e fonti governative di alto livello lo hanno accusato di aver inflitto un grave danno alla diplomazia israeliana.
Ex-diplomatico, Netanyahu è profondamente coinvolto negli sforzi per espandere i legami di Israele con il mondo arabo, e ha continuamente vantato i suoi successi nell’assicurare accordi di normalizzazione nell’ambito degli Accordi di Abraham e il suo lavoro per creare legami con più Paesi.
Una fonte anonima del Mossad ha dichiarato a Channel 12 che la condotta di Cohen “ha danneggiato immensamente i legami creati negli ultimi anni”, aggiungendo: “Ha bruciato il ponte. È irreparabile”.
Nella sua prima reazione ufficiale al contraccolpo di lunedì, il Ministero degli Esteri ha rilasciato una dichiarazione che cercava di spostare la responsabilità dell’annuncio sui media, sostenendo che aveva fatto l’annuncio solo per prevenire l’imminente pubblicazione sui media ebraici di un rapporto trapelato sull’incontro, che non era stato redatto né dal suo ufficio né dal Ministero.
Cohen si è scagliato contro il clamore suscitato lunedì sera, incolpando “gli avversari politici che non hanno ottenuto alcun risultato significativo” per la loro “fretta di reagire senza conoscere i dettagli”.
I libici hanno reagito con sdegno all’annuncio dell’incontro da parte di Cohen e domenica sera sono scoppiate proteste sparse a Tripoli e in altre città della Libia occidentale. Il primo ministro libico Abdul Hamid al-Dbeibeh ha inizialmente sospeso la Mangoush dal suo ruolo e ha detto che sarebbe stata formata una commissione d’inchiesta per esaminare l’incontro, prima di licenziarla lunedì dopo la sua partenza per la Turchia per timore della sua sicurezza.
Il Ministero degli Esteri libico ha negato di aver avuto colloqui formali con Cohen. “Ciò che è accaduto a Roma è stato un incontro casuale non ufficiale e non preparato, durante una riunione con il ministro degli Esteri italiano, e non ha incluso alcuna discussione, accordo o consultazione”, ha dichiarato il ministero degli Esteri libico in un comunicato.
Dopo aver licenziato Mangoush, Dbeibeh ha visitato l’ambasciata palestinese a Tripoli e ha giurato che non ci sarebbe stata alcuna normalizzazione con Israele, come ha riferito il sito di notizie Libya Observer. Durante la sua visita, Dbeibeh ha ribadito di non essere a conoscenza dell’incontro tra Mangoush e Cohen.
Tuttavia, due alti funzionari del governo libico hanno dichiarato all’Associated Press che il primo ministro era perfettamente a conoscenza dei colloqui tra il suo ministro degli Esteri e il capo diplomatico israeliano.
Uno dei funzionari ha detto che Dbeibeh ha dato il via libera all’incontro il mese scorso, quando era in visita a Roma. L’ufficio del Primo Ministro ha organizzato l’incontro in coordinamento con Mangoush.
Il secondo funzionario ha detto che l’incontro Mangoush-Cohen è durato circa due ore e Mangoush ha informato il primo ministro direttamente dopo il suo ritorno a Tripoli. Il funzionario ha detto che l’incontro è stato legato agli sforzi compiuti dagli Stati Uniti per far sì che la Libia si unisca a una serie di Paesi arabi che stabiliscono relazioni diplomatiche con Israele.
Il funzionario ha detto che la normalizzazione delle relazioni tra Libia e Israele è stata discussa per la prima volta in un incontro tra Dbeibeh e il direttore della CIA William Burns, che ha visitato la capitale libica a gennaio.
Il premier libico ha dato l’approvazione iniziale per l’adesione agli Accordi di Abraham promossi dagli Stati Uniti, ma era preoccupato per le reazioni dell’opinione pubblica in un Paese noto per il suo sostegno alla causa palestinese. Entrambi i funzionari hanno parlato a condizione di anonimato per la loro sicurezza.