Ci eravamo indignati quando le autorità russe negarono l’evidenza della gravità dell’incidente di Chernobyl, ma il mondo rimane pressoché inerte di fronte alle gravissime omissioni del Governo giapponese sulla reale situazione nella centrale atomica di Fukushima.

Secondo quanto riferiscono importanti scienziati e alcuni attivisti di Greenpeace che stanno prendendo campioni di acqua e terreno in tutto il Giappone, le autorità nipponiche nasconderebbero la reale gravità dell’incidente. Tracce di plutonio sono state trovate in diverse aree attorno alla centrale atomica danneggiata dal terremoto, il che farebbe pensare alla fusione del nocciolo. Tuttavia la società che gestisce l’impianto, la Tepco (Tokio Electric Power Company), continua a negare l’evidenza e parla ancora di “rischi limitati per la popolazione”.

Invece, secondo eminenti scienziati mondiali ai quali però viene negato l’accesso totale ai dati, la situazione sarebbe critica e già da diversi giorni la gravità dell’incidente sarebbe passata a livello 7, lo stesso raggiunto dalla centrale di Chernobyl. La differenza starebbe solo nel volume di radiazioni disperse nell’ambiente che al momento, mancando l’esplosione, sarebbe decisamente minore rispetto a quello dell’incidente di Chernobyl. Acqua altamente contaminata è stata trovata poco fuori la centrale e ora il rischio è che finisca in mare contaminando l’oceano.

La distanza dell’Europa dall’impianto non deve lasciarci tranquilli. Nei giorni scorsi avevamo avvisato dell’arrivo della nube radioattiva anche sui cieli italiani e ieri l’Agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente della Lombardia (Arpa) hanno rilevato iodio 131 nell’atmosfera anche se in dosi minime e non dannose. Tuttavia ci si deve chiedere cosa succederebbe se la centrale di Fukushima esplodesse liberando nell’aria una nube radioattiva di grandi dimensioni. L’ipotesi che anche l’Europa venga colpita non è affatto remota. Per questo motivo non si capisce la sostanziale immobilità della comunità internazionale verso il Giappone e la passività verso le scarne – quando non false – notizie diffuse dalla Tecpo. Radioattività è stata segnalata nei Paesi vicini (Tailandia, Corea, Cina…..) e a rischio c’è praticamente tutto l’emisfero nord. Non è quindi un problema esclusivamente giapponese. Un intervento internazionale non è quindi solo auspicabile, ma è doveroso, soprattutto nei confronti del Governo giapponese e della Tepco affinché finalmente forniscano informazioni chiare e diano accesso ai dati tecnici della struttura.