La macchina del fango si è messa in moto. Due gli obbiettivi principali: il primo e dare la colpa di quello che sta avvenendo in Italia a qualcun altro che non sia Berlusconi (notoriamente innocente su tutto), il secondo è il solito attacco alla magistratura ed evidenziare come, a dispetto del gravissimo momento di crisi, il problema più grave per il Paese non sia il rischio di finire come la Grecia ma salvare il culo al rais di Arcore.
Tralasciamo per ora il secondo obbiettivo (ci torneremo prossimamente) e concentriamoci sul primo. Berlusconi e tutto il suo potentissimo apparato mediatico hanno bisogno come sempre di scaricare le colpe dei loro fallimenti su qualcuno. Lo scorso anno fu Fini che “osò contestare il boss” e la sua ridicola politica. Adesso che Fini ha dimostrato con i fatti che aveva ragione su tutta la linea, l’attenzione della macchina del fango si concentra su Tremonti, il povero Ministro dell’Economia che ci ha messo anni di duro lavoro per raggiungere un altissimo livello di attendibilità a livello internazionale e che si è visto distruggere tutto nel volgere di poche settimane dalle porcate del vecchio rais di Arcore.
Le parole profuse dalla leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ha detto di essere stanca a livello internazionale di fare la figura dello zimbello, sono le più indicative e incisive per descrivere quello che all’estero pensano di noi italiani. E, può piacere o meno, se fino ad oggi l’Italia ha mantenuto un minimo di dignità lo si deve anche a Tremonti che con la sua competenza (non sempre apprezzata ma indiscutibile) ha tenuto l’affidabilità italiana ad un livello superiore a quello della Grecia. Peccato che a rovinare tutto questo ci abbia pensato il solito vecchio porco di Arcore.
Ma questo non deve apparire agli italiani, la colpa per la macchina del fango berlusconiana non deve mai essere del boss che, anzi, è una vittima delle toghe rosse, delle intercettazioni e, adesso, anche di Tremonti.
Preparatevi nei prossimi giorni a vedere il fuco di fila contro Tremonti. Vedremo editoriali di fuoco del solito Minzolini, assisteremo agli strali di Ferrara, alle ridicole trovate di Libero e de il Giornale e andrebbe bene se non venisse fuori qualche scaldaletto contro il povero Tremonti. Insomma, cari lettori, preparatevi al solito teatrino berlusconiano, alla solita vagonata di fango (io userei un altro termine ma….) contro quello che al momento è l’agnello sacrificale sull’altare piduista del premier.
Carlo Alberto Cecchini