Ora basta, l’Europa deve uscire dall’ambiguità dei suoi rapporti con gli Ayatollah iraniani e condannare con estrema fermezza l’attacco missilistico iraniano contro Israele. Che l’Iran usi il territorio siriano per attaccare Israele è un fatto inconcepibile che non può passare sotto silenzio.

Altro che indignazione per l’uscita degli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare iraniano. La notte scorsa gli iraniani hanno dimostrato tutta la loro pericolosità lanciando dal territorio siriano una salva di 20 missili contro lo Stato Ebraico.

Voglio sottolineare “dal territorio siriano” perché è un dato importantissimo e dimostra come la presenza iraniana in Siria non sia finalizzata a distruggere ISIS come ci vorrebbero far credere gli Ayatollah iraniani, ma è unicamente finalizzata a creare una piattaforma d’attacco contro Israele.

L’Europa deve scegliere se essere complice degli assassini iraniani oppure se sostenere il Diritto alla difesa di una democrazia come quella israeliana minacciata continuamente di estinzione da parte dell’Iran.

Non ci sono giustificazioni all’attacco iraniano di questa notte e sinceramente non vorremmo che, come sempre succede, la risposta difensiva israeliana venga messa alla berlina e che a passare da “cattivi” siano gli israeliani.

L’Europa la deve smettere di chiudere gli occhi davanti all’evidenza del fatto che la presenza iraniana in Siria non solo mette a rischio una terra già martoriata da una guerra civile che dura ormai da otto anni, ma che essendo finalizzata esclusivamente ad attaccare Israele contribuisce a destabilizzare ulteriormente una regione già instabile di suo.

Ora ci aspettiamo una dura condanna nei confronti di Teheran da parte di Federica Mogherini, una condanna senza condizioni, senza se e senza ma, senza scusanti o attenuanti, senza accenni alla giusta risposta israeliana, una condanna che affermi senza ambiguità il Diritto dello Stato Ebraico a difendersi dalla minaccia iraniana. Ogni altra formula dimostrerà solo la contiguità tra Unione Europea e assassini iraniani.