I tempi sono maturi per portare la guerra in Iran, cioè esattamente laddove questa guerra è stata meticolosamente pianificata, preparata e messa in atto.
Non ci si faccia ingannare dalle dichiarazioni ufficiali. L’Iran ha armato la mano di Hamas, ha passato ai terroristi palestinesi il piani inizialmente preparati per Hezbollah studiati per invadere la Galilea, uccidere e prendere ostaggi.
L’Iran ha preparato tutto lo scenario che vediamo oggi con il Libano e la Siria nelle loro mani attraverso Hezbollah, lo Yemen a loro disposizione attraverso i ribelli Houthi, i maggiori punti di transito mercantile via mare, cioè lo stretto di Bab al-Mandab sul Mar Rosso e lo stretto di Hormuz sul Golfo Persico, sotto il loro completo controllo. Un accerchiamento di fatto non solo di Israele ma di tutto l’occidente perché interrompere il traffico mercantile e soprattutto del petrolio significa mettere in ginocchio l’occidente.
Se c’è una piccola crepa (forse non così piccola) nel piano degli Ayatollah questa è nella titubanza di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, nell’entrare in guerra con Israele ben sapendo che non sarebbe solo Hezbollah ad entrare in guerra, ma tutto il Libano.
Teheran quindi controlla direttamente la guerra tra Hamas e Israele, controlla i maggiori punti di traffico marittimo del Medio Oriente (quindi controlla il traffico del petrolio), controlla Hezbollah e gli Houthi dello Yemen, controlla e amministra una decina di gruppi in Iraq da dove attacca le forse americane.
È quindi abbastanza incomprensibile il motivo per cui si lascia mano libera a Teheran, che oltretutto fornisce migliaia di droni alla Russia incidendo così anche sul conflitto tra Russia e Ucraina.
Perché, nonostante sia tutto evidente e fatto alla luce del sole, si lascia che l’Iran continui impunemente a mettere in pratica il suo vasto e articolato piano che mira al controllo del Medio Oriente e all’annientamento di Israele e dell’occidente?
Non è una domanda retorica e non basta di certo la giustificazione che non si vuole allargare il conflitto locale tra Israele e Hamas trasformandolo in un conflitto regionale. È già un conflitto regionale. Lo è di fatto. Se non lo è per noi, di sicuro lo per gli Ayatollah.
Per quale motivo Israele ha acquistato gli F35 dagli Stati Uniti se non per arrivare sopra Teheran senza essere visti? Per quale motivo gli Stati Uniti hanno spostato diverse flotte nel Mediterraneo, nel Golfo Persico e nel Mar Rosso se non per usarle contro la evidente prepotenza degli Ayatollah e per garantire che il loro piano non avrà successo?
Perché, parliamoci chiaro, se il piano di Teheran andasse veramente in porto, quello che abbiamo vissuto con la guerra tra Ucraina e Russia sarà uno scherzo rispetto a quello che vivremo con il mercato del petrolio nelle mani degli iraniani.
È arrivato il momento di rompere gli indugi e di far capire all’Iran che non può disporre a suo piacimento le cose in Medio Oriente. È arrivato il momento di sganciare qualche bomba nei punti strategici iraniani, a partire dalle centrali atomiche. E se fosse il caso, è arrivato il momento di cancellare anche Hezbollah e gli emergenti ribelli Houthi dello Yemen. Prima che sia troppo tardi perché più si aspetta e più difficile sarà farlo. È inevitabile.
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