Questa settimana i Ministri degli esteri dell’Unione Europea si riuniranno a Bruxelles per parlare, tra le altre cose, di come comportarsi con la Turchia, sempre più prepotente e arrogante.

Qualcuno ha proposto sanzioni contro Ankara, ma una cosa leggera, sul tipo di quelle applicate a due miseri funzionari della compagnia petrolifera turca TPAO dopo che la stessa aveva tranquillamente fatto prospezioni in un tratto di mare cipriota.

Potevano sanzionare tutta la compagnia, ma poi avevano paura della reazione di Erdogan e allora hanno preso a caso due (DUE) funzionari della TPAO, gli hanno congelato qualche bene e imposto il divieto d viaggio. Intanto la TPAO continua a fare quello che vuole in acque cipriote, greche e in mezzo Mediterraneo.

Il capo della diplomazia europea, Josep Borrell, ha già fatto sapere che comunque qualsiasi decisione in merito alla Turchia verrà presa solo durante il prossimo Consiglio europeo, presumibilmente il mese prossimo. Fare qualcosa prima potrebbe disturbare Erdogan e i suoi piani.

Ieri ha protestato vivacemente il vice ministro degli esteri greco per gli affari dell’UE, Varvitsiotis Miltiadis, affermando che il comportamento europeo è vergognoso e vile e che le sanzioni non dovrebbero colpire singole persone o compagnie, ma il vero responsabile, cioè lo Stato turco.

Ciò a cui assistiamo non è colpa di una persona o di un’azienda, è il risultato del comportamento di uno stato. Le sanzioni dovrebbero essere dirette allo stato, e ciò che ci aspettiamo da Borrell è di presentare diverse opzioni su come queste sanzioni possono essere esercitate”, ha detto un furioso Miltiadis durante un incontro con la stampa.

Ma il povero greco ha davvero poche possibilità che le sue richieste vengano ascoltate. Già solo il fatto che la Germania si dica pronta a negoziare con la Turchia per allentare le tensioni, taglia fuori qualsiasi altra opzione. D’altra parte in Germania vivono tre milioni di turchi e non è la prima volta che Erdogan li usa come arma di pressione su Berlino.

Ankara propone una conferenza multilaterale per risolvere le controversie, ma non vuole che vi partecipi Cipro (diretto interessato). Un modo come un altro per prendere tempo.

Nel frattempo Borrell, degno seguace della Ashton e della Mogherini, parla con Ankara, ma di tutt’altre cose. Unione doganale, percorso di adesione alla UE, visti di ingresso per i cittadini turchi ecc. ecc. il tutto mentre Erdogan arriva a minacciare l’uso delle armi se nel Mediterraneo non gli fanno fare ciò che vuole.

Che bella Europa quella che si piega ai voleri del nuovo Califfo islamico, che intimorita dalle minacce non è nemmeno in grado di alzare di un filo la voce. Ci aspettano tempi davvero bui.