Non si ferma il cammino del virus Ebola verso il cuore del continente africano. Confermati diversi casi anche in Repubblica Democratica del Congo dove oltre a un numero imprecisato di contagiati si contano già 13 morti.

Peter Piot, scopritore del virus nel 1976, parla senza mezzi termini di “espansione preoccupante e inedita” del virus Ebola, di una “straordinaria lentezza e costanza” nonché di una “inusuale perseveranza e resistenza del virus”. Nel giro di pochi mesi il virus Ebola ha colpito prima l’Africa Occidentale mietendo vittime in Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria. Ora i nuovi casi registrati nella Repubblica Democratica del Congo portano la minaccia proprio nel cuore del continente africano, proprio dove il virus è stato scoperto per la prima volta. E ora è allarme anche in Uganda dove negli anni passati il virus Ebola ha mietuto vittime in diverse occasioni.

Ieri la Nigeria ha deciso di chiudere tutte le scuole fino al 13 ottobre mentre si susseguono notizie in merito alla cancellazione di voli di diverse compagnie occidentali, l’ultima l’Air France che da ieri ha cancellato tutti i voli da e per la Liberia con una forte possibilità che questa misura venga presa anche per altri Paesi.

Nonostante gli allarmi la comunità internazionale sembra reagire ancora lentamente. Pochi i fondi stanziati per far fronte alla emergenza e tardivo l’intervento della Organizzazione Mondiale della Sanità. Pochi anche i trattamenti sperimentali che però sembrano avere un effetto positivo sulla malattia.

In pochi mesi si è passati dall’annuncio della fine della emergenza in Liberia (poi risultato fin troppo ottimista) a una espansione del virus Ebola che sembra inarrestabile. Il tutto con un occidente fino ad oggi piuttosto dormiente e disinteressato, almeno fino a quando il virus non ha colpito cittadini occidentali. Ora che siamo nel bel mezzo di quella che sembra una epidemia continentale le reazioni continuano a essere non troppo tempestive con pochi fondi a disposizione delle organizzazioni umanitarie impegnate a fronteggiare l’epidemia e ai governi interessati. L’annuncio del focolaio in Congo potrebbe cambiare le cose, ma francamente ne dubitiamo.

[glyphicon type=”user”] Scritto da Claudia Colombo

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