Mohammed Morsi ha revocato il decreto con il quale si era attribuito poteri praticamente illimitati. Lo ha detto ieri sera in TV il vice-presidente egiziano Mahmud Mekki. Rimane tuttavia fissato per il 15 dicembre il referendum sulla nuova costituzione che introduce la Sharia anche se, ha detto sempre Mekki, il Governo è aperto a parziali modifiche suggerite dalle opposizioni.
E’ un mezzo passo indietro quello di Morsi perché rimane il nodo della nuova costituzione che è uno dei punti focali delle rivolte di questi giorni, forse più importante del famigerato decreto presidenziale che attribuiva a Morsi poteri illimitati.
E’ infatti l’introduzione della Sharia ad aver coalizzato le opposizioni egiziane e ad averle spinte fin sotto il palazzo presidenziale.
La rinuncia al decreto presidenziale è comunque un buon risultato arrivato proprio quando l’esercito aveva fatto sapere che “era solidale con il popolo egiziano”, una formula che prefigurava un possibile intervento dei militari contro Mohammed Morsi e i Fratelli Musulmani, una “minaccia” che al Presidente egiziano deve aver ricordato quanto successo a Mubarak.
Ora non è dato sapere se il parziale passo indietro di Morsi placherà le rivolte delle opposizioni. Di fatto è una sconfitta importante per il Presidente. Ma, come detto, rimane quello che è forse il nodo più importante, la nuova costituzione che rende effettiva l’introduzione della Sharia e che al suo interno contiene articoli che ne impongono l’applicazione più estremista.
Sharon Levi