Almeno 18 persone sono morte negli scontri avvenuti ieri in Egitto in occasione della manifestazione organizzata dalla Fratellanza Musulmana per ricordare il quarto anniversario della cosiddetta “primavera egiziana” che poi portò al regime totalitario dei Fratelli Musulmani diretto da Mohamed Morsi poi deposto a furor di popolo.
Nove manifestanti sono stati uccisi durante gli scontri avvenuti nei quartieri di Matareya e Ain Shams, a nord del Cairo, dopo che alcuni di loro avevano ucciso un poliziotto. Le altre vittime sono il frutto degli scontri avvenuti nel centro del Cairo quando la manifestazione, non autorizzata dal Governo, ha cercato di raggiungere Piazza Tahrir. Un morto anche ad Alessandria d’Egitto.
La Fratellanza Musulmana non demorde
La manifestazione era stata organizzata dalla Fratellanza Musulmana, messa fuori legge dal Governo di Al-Sisi, con l’obbiettivo di rimarcare come il nuovo Governo egiziano fosse praticamente la continuazione di quello di Mubarak deposto proprio quattro anni fa. Il Ministero dell’Interno aveva vietato le manifestazioni avvertendo anche di possibili attentati da parte di infiltrati Jihadisti. Due appartenenti al gruppo jihadista Ajnad Misr si sono erroneamente fatti saltare in aria mentre cercavano di posizionare un ordigno vicino a una torre per l’energia elettrica. Sabato scorso sostenitori dei Fratelli Musulmani avevano attaccato e incendiato un posto di polizia alla periferia del Cairo. Drappelli di militanti della Fratellanza Musulmana hanno attaccato per due giorni diversi posti di polizia e posti di blocco dell’esercito con azioni in stile “mordi e fuggi” ferendo diversi poliziotti e militari. Ieri sera il Presidente Abdel Fattah al-Sisi ha detto che non permetterà alla Fratellanza Musulmana di riportare l’Egitto indietro nel tempo con un rigurgito islamista medioevale e che l’Egitto ha ormai scelto la sua strada che è quella di una nazione moderna e al passo con i tempi.
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