Trattare dell’argomento migranti è sempre molto difficile. Si rischia di sembrare troppo permissivi o, al contrario, di passare da razzisti. Come sempre in Italia non c’è una via di mezzo che spesso è anche quella più ragionevole. Noi cercheremo quindi di farlo in maniera quanto più possibile intelligente, senza dare sponde né a chi vorrebbe frontiere aperte a tutti né a chi vorrebbe sparare sui barconi.
Operazione Mare Nostrum
Partiamo dal punto certamente più spinoso, quello cioè che riguarda l’operazione Mare Nostrum. La base ideologica di questa missione militare, quella cioè di soccorrere le imbarcazioni di migranti in difficoltà in mare, è senza dubbio degna di lode e umanamente più che comprensibile. Il problema nasce quando da missione di soccorso si trasforma in missione di traghettamento dei migranti. Un conto è soccorrere una imbarcazione in difficoltà, un altro conto è fungere da traghetto tra le coste libiche e quelle italiane. Si lancia un messaggio sbagliato secondo il quale i migranti sulla sponda libica possono mettersi in mare con qualsiasi tempo e con qualsiasi tipo di imbarcazione perché tanto ci sono le navi militari italiane che li prenderanno a bordo e li porteranno in Italia. Nel volgere di poco tempo si è passati da un estremo all’altro, cioè si è passati dal respingimento in mare effettuato da Frontex al vero e proprio traghettamento effettuato da Mare Nostrum. Questo repentino “cambio di rotta” dettato da quella immane tragedia che è stata la strage di Lampedusa è stato in effetti un enorme favore ai trafficanti di esseri umani che nei fatti hanno iniziato a spedire barconi a getto continuo e con qualsiasi tipo di mare, barconi malandati e strapieni di migranti con in dotazione solo un telefono satellitare per lanciare un messaggio di soccorso alle navi di Mare Nostrum non appena fuori dalle acque libiche. Ed è qui che subentra il vero ricatto che tiene in ostaggio l’Italia, perché se domattina il Governo italiano dovesse decidere di interrompere la missione Mare Nostrum ai trafficanti di esseri umani basterebbe organizzare un altro “viaggio della morte”, magari spedendo un barcone malandato strapieno di clandestini con il mare in condizioni estreme, provocare un’altra strage e i responsabili sarebbero i governanti italiani che hanno interrotto il traghettamento di Mare Nostrum. E’ un vortice senza fine nel quale l’Italia si trova perfettamente al centro.
Migranti clandestini o rifugiati?
E’ il secondo punto spinoso. Quelli che arrivano in Italia sono migranti clandestini oppure persone bisognose di protezione internazionale, cioè rifugiati? Sfatiamo subito il mito che tutti o buona parte di loro siano rifugiati. I dati parlano chiaro: nello scorso anno solo il 30% delle richieste di asilo è stata accolta (i dati in effetti sono contrastanti e si va dal 10% al 60% a seconda delle fonti) e i flussi migratori erano dimezzati. Dichiararsi rifugiato politico è diventato un mezzo per non essere respinti o per non andare nei CIE e per godere di migliore assistenza per un periodo che arriva a 12 mesi. Si parla di rifugiati siriani, di persone che fuggono dalle guerre e dai massacri, di rifugiati eritrei e somali. In realtà questi sono la minoranza. A parte che chiunque provenga da qualsiasi paese africano fugge dalla miseria, dalle guerre e da regimi autoritari quindi tecnicamente sarebbero tutti rifugiati, poi la maggioranza di coloro che arrivano in Italia è senza documenti, quindi se è un marocchino si fa passare per siriano, se è un nigeriano dice di provenire dal Mali e via dicendo. Intanto godono dello status di rifugiato per almeno un anno. Nella realtà , per fare l’esempio dei siriani, i veri siriani aventi Diritto alla protezione internazionale hanno vie più comode per raggiungere l’Europa piuttosto che passare per Giordania, Egitto, Libia e poi imbarcarsi su barconi fatiscenti. Ci saranno senza dubbio siriani che hanno fatto questa trafila, ma sono davvero pochissimi. Quindi quando sentiamo parlare di un aumento delle domande di asilo a causa della guerra in Siria (soprattutto) e per il conflitto in Mali o in Repubblica Centrafricana in realtà assistiamo a una sceneggiata anche perché l’UNHCR è ben presente nei luoghi di conflitto e spetta a questa agenzia provvedere ai veri rifugiati ed eventualmente a smistarli. Qui il discorso si fa complesso per essere trattato in un solo articolo perché ci sarebbe da parlare del Trattato di Dublino e della sua revisione, di un sistema di accertamento molto più veloce di quello attuale (lentissimo) e di tante altre cose. Quello che è certo è che la maggioranza dei migranti che arrivano in Italia oggi non sono rifugiati anche se si dichiarano tali, quindi sono migranti clandestini.
La questione dei costi e l’impatto sociale
Parlare di costi dell’accoglienza è quasi un tabù in Italia, si entra in un ginepraio inestricabile fatto di grandi interessi, un vero e proprio business umanitario e per questo nessuno ne parla con chiarezza. Quello che è certo è che l’accoglienza ha un costo per i contribuenti italiani, un costo solo parzialmente sostenuto dall’Europa e solo per i richiedenti asilo (meno del 50% del costo di sostentamento dei rifugiati viene sostenuto attualmente dalla UE anche se si parla di arrivare a 6.000 euro l’anno per rifugiato che sarebbe più o meno la metà). Per i migranti, che sono la maggioranza, ci dobbiamo pensare noi. Ma quello di cui veramente nessuno parla è l’impatto sociale che ha questo enorme flusso di migranti per un Paese che si trova innegabilmente nel mezzo di una crisi economica senza precedenti. In un Paese in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli record l’arrivo di decine di migliaia di nuove “braccia a basso costo” non solo rischia di scatenare una guerra tra poveri, ma rischia di creare una situazione sociale insostenibile dove le nuove braccia a basso costo non solo tolgono lavoro agli italiani ma divengono appetibili per la criminalità organizzata o per gli imprenditori più scaltri. Quindi, a parte che obbiettivamente non ci possiamo permettere un flusso così massiccio di migranti né tantomeno ci possiamo permettere di sostenere i costi economici che tutto questo comporta, dobbiamo valutare l’impatto sociale nel medio e lungo termine che questa situazione comporta. Invece sembra che sia tutto normale. Intanto accogliamoli poi si vedrà.
Conclusioni e possibili soluzioni
E’ chiaro che l’operazione Mare Nostrum, seppur umanamente ineccepibile, ha creato una situazione a seguito della quale i trafficanti di esseri umani hanno notevolmente aumentato il loro “mercato”. Se da un lato è vero che la missione Mare Nostrum ha salvato migliaia di vite è altrettanto vero che se non ci fosse stata il flusso migratorio sarebbe stato notevolmente ridotto. Il problema è che ora è difficile fare marcia indietro senza correre il rischio, più che concreto, che i trafficanti di esseri umani “organizzino” una nuova strage per costringere l’Italia a ripristinarla. Purtroppo se non si stabilizza la situazione in Libia non ci sono molte soluzioni da analizzare. Diventa quindi prioritario che l’Unione Europea si attivi con immediatezza per negoziare una soluzione della crisi libica prima ancora che sostenere economicamente l’Italia in questo immane sforzo. Non è una questione di redistribuzione nei vari paesi europei dei richiedenti asilo e dei migranti, la questione è risolvere il problema alla radice, il che prevede anche aiuti ai Paesi di provenienza dei migranti, quella che una volta si chiamava Cooperazione allo Sviluppo. Mi rendo conto che non sono soluzione immediate ma se non si inizia mai a lavorarci o, peggio, si continuano a tagliare fondi alla cooperazione il problema non può che aggravarsi. Una soluzione immediata e rapida sarebbe quella creare dei filtri in Libia e tornare al respingimento in mare. Certamente salvarli, certamente intervenire sui barconi in difficoltà, ma invece di portarli in Italia riportali in Libia in appositi centri, naturalmente con la cooperazione delle autorità libiche e il controllo degli organismi internazionali sul rispetto dei Diritti Umani.
Un fatto mi sembra certo, l’Italia (e l’intera Europa) non può assorbire quella che sta diventando a tutti gli effetti una vera invasione. Per troppo tempo il problema dei migranti è stato affrontato con soluzioni drastiche, da un lato e dall’altro, senza però improntare una vera e propria politica delle migrazioni. Si continua a mandare segnali sbagliati che per quelle decine di migliaia di disperati sono vero e proprio ossigeno che diventa però oro per i trafficanti di esseri umani. Se vogliamo continuare cosi…..
Scritto da Carlotta Visentin