Il dittatore turco, Recep Tayyip Erdogan, ha chiesto (ancora una volta) alle nazioni musulmane di unirsi contro Israele per «riprendersi Gerusalemme». Ha rispolverato l’idea della costruzione di un “esercito islamico” che con la scusa di difendere i palestinesi dovrebbe «estrarre il pugnale piantato nel cuore dell’Islam», cioè Israele.

La chiamata all’unità del mondo islamico contro Israele è arrivata ieri, prima attraverso la riunione speciale della Organizzazione della Cooperazione Islamica (OIC) che ha emesso un documento finale nel quale si condannano i “crimini israeliani”, poi durante una manifestazione organizzata per mostrare la solidarietà turca ai palestinesi durante la quale tra lo sventolio di bandiere turche e palestinesi la folla ha chiesto a gran voce a Erdogan «di condurre il popolo musulmano alla riconquista di Gerusalemme».

Il piano di Erdogan: militari turchi nella Striscia di Gaza

Erdogan parla alla folla radunata per dare solidarietà ad Hamas (foto AFP)

Ma il vero obiettivo del dittatore turco è portare il proprio esercito nella Striscia di Gaza. «Le Nazioni Unite non sono riuscite a prendere misure efficaci contro i criminali israeliani» ha detto Erdogan alla folla sempre più esaltata. «Quindi tocca al mondo musulmano farsi carico della difesa dei fratelli palestinesi. La Turchia è pronta» ha poi aggiunto.

Durante la sessione mattutina del vertice della OIC era stato il Ministro degli esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ad avanzare l’ipotesi di un “contingente militare musulmano” nella Striscia di Gaza per «proteggere la popolazione palestinese dalla aggressione israeliana». E naturalmente sarebbe la Turchia a guidare questo “contingente”.

L’intelligence israeliana aveva lanciato “l’allarme Turchia”

Da diversi mesi l’intelligence israeliana aveva lanciato “l’allarme Turchia” segnalando come Erdogan avesse ordinato di sostenere Hamas in ogni modo possibile.

Il piano di Hamas volto a scatenare gli scontri e conseguentemente a produrre “martiri” utili alla causa islamica, sarebbe stato studiato proprio ad Ankara con i servizi segreti turchi e non con l’Iran come qualcuno afferma.

Gli obiettivi erano quelli di ridare visibilità alla causa palestinese, ormai abbandonata dai paesi arabi, di sostenere concretamente Hamas, membro della Fratellanza Musulmana, e infine di provocare uno scontro diplomatico con Israele che dovrebbe portare ad implementare “importanti azioni provocatorie” sul tipo di quella della Mavi Marmara, il tutto finalizzato a mettere sotto tutela turca la Striscia di Gaza. «Dalla Turchia ci aspettiamo provocazioni sempre più eclatanti» ci ha detto una fonte della intelligence israeliana «ma siamo pronti ad ogni tipo di scenario» ha poi concluso la fonte.