Eritrea, rapporto Onu: “crimini contro l’umanità”

9 Giugno 2015

eritreaSistematica e diffusa violazione dei Diritti Umani, incarcerazioni arbitrarie, libertà religiose soppresse, tortura e soppressione dei dissidenti. Questo è il quadro che emerge dall’ultimo rapporto della Commissione per i Diritti Umani dell’Onu sulla situazione in Eritrea.

La relazione della Commissione delle Nazioni Unite descrive un quadro di incredibile violenza tanto da parlare di “crimini contro l’umanità” commessi dal regime guidato da Isaias Afewerki, un dittatore spietato che però mantiene ottimi rapporti anche e soprattutto con l’Italia.

Nel rapporto si parla di torture, incarcerazioni arbitrarie, soppressione di ogni libertà, di “governo del terrore” improntato sulla “regola della paura”. La Commissione guidata da Sheila B. Keetharuth è arrivata a sostenere che la tortura verso i dissidenti venga applicata come una vera e propria “politica dissuasiva di Governo” tanto da essere così diffusa da diventare sistematica.

Secondo i dati diffusi dall’Onu, a causa di questa situazione negli ultimi anni sono fuggiti circa 357.400 eritrei dei quali circa 32.000 sono stati portati in Italia negli ultimi mesi. L’Eritrea in poco tempo ha visto fuggire circa il 9% della sua popolazione provocando un vero e proprio esodo di massa verso i Paesi occidentali. Nonostante questo l’occidente continua imperterrito a fare affari con il regime di Afewerki sorvolando allegramente sulle incredibili violazioni dei Diritti Umani perpetrate dal dittatore eritreo.

I profughi eritrei in fuga dal sanguinario regime di Afewerki devono affrontare un lungo e rischioso viaggio per arrivare in occidente e non si sa quanti di loro non ce la facciano, quanti di loro muoiono nel deserto o nella traversata del Mediterraneo. Su questo non ci sono numeri, semplicemente spariscono senza lasciare traccia.

Nei giorni scorsi, in piena emergenza migranti, il Governo italiano ha più volte affermato che per risolvere il problema occorre operare sui paesi d’origine dei flussi migratori e dei richiedenti asilo, ma non ci è nota alcuna seria iniziativa contro il sanguinario regime di Isaias Afewerki, anzi, per quello che ne sappiamo l’Italia continua a essere uno dei maggiori partner commerciali dell’Eritrea. Non sarebbe forse il caso di dimostrare che si sta veramente facendo qualcosa in tal senso proprio partendo dal regime eritreo?

[glyphicon type=”user”] Scritto da Claudia Colombo

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